Smantellato traffico di trans dall'Argentina all'Europa

Uno degli obiettivi del S. Marta Group è creare reti, conoscerci e scambiarci informazioni”. Nestor Roncaglia, capo della Polizia federale argentina, è stato tra i partecipanti della due giorni di lavori in Vaticano contro la tratta di esseri umani. Un vertice mondiale che ha coinvolto uomini di Chiesa, come i cardinali Nichols e Bo, ma anche rappresentanti delle forze dell'ordine di una trentina di Paesi di tutto il mondo.

Proprio Roncaglia ha dato notizia di un'operazione internazionale dai risvolti sconvolgenti. Grazie alla collaborazione con alcune polizie europee, è stato smantellato un traffico di ragazzi transessuali avviati alla prostituzione. “Venivano reclutati in Argentina, passavano in Spagna e poi smistati in Francia e in Italia, in particolare a Roma. Questa comunicazione è partita dalla Francia. Ma non c'è solo lo scambio di informazioni, anche se i risultati dimostrano che stiamo lavorando; bisogna pure riscattare le vittime. Il traffico di esseri umani è un delitto 'transanzionale'. Purtroppo, quanto più sono poveri i Paesi, tanto più c'è tratta. L'obiettivo è sradicarla”. “L'intera organizzazione – ha svelato Roncaglia – era composta da altri trans che a loro volta erano stati vittime di trafficanti e avevano poi sottomesso questi ragazzi”. La polizia ha liberato ben 58 vittime dai loro aguzzini e arrestato 14 componenti della banda: “C'era anche un medico che li 'preparava', ritoccando labbra, occhi, seni, glutei. Gli davano 300-400 euro e li portavano in Europa. Come arrivavano qui, gli toglievano tutto, compresi i passaporti e li costringevano a prostituirsi”. Il capo della Polizia argentina racconta poi “un dettaglio gravissimo: in Francia chi contrae l'Aids riceve un sussidio dallo stato. Dunque molti di questi ragazzi venivano contagiati e l'organizzazione era ben contenta di questo perché intascava i contributi statali. E' incredibile ma il loro ragionamento era: più malati, più soldi”.

“Partecipare al Gruppo Santa Marta ci permette di prendere coscienza della dimensione di questo delitto, dei danni che produce. Tutto questo ci porta ad avere maggior attenzione. Sapere che succede questo in Europa, in Mozambico, in Thailandia… Abbiamo ascoltato casi di tutto il mondo, in tutti i Paesi asiatici e in quelli africani. Il Sud America non è il centro principale di questi traffici ma ci sono migrazioni e dunque pericoli. La tratta è un reato 'globalizzato', tutti dobbiamo vigilare. Perciò servono queste interazioni”. Il Gruppo Santa Marta cosa è riuscito a ottenere? “Prima di tutto la collaborazione tra la Chiesa e gli organismi investigativi. La tratta non è un problema della Chiesa o delle polizie ma di tutti. E' un problema dei governi perché dove c'è povertà c'è tratta; se non c'è educazione, c'è tratta; se c'è corruzione, c'è tratta. Se questi ragazzi e ragazze non hanno la possibilità di avere un lavoro degno, che fanno? Si chiedono dove andare e finiscono nelle mani delle organizzazioni criminali. E' assurdo che accada tutto questo nel XXI secolo però purtroppo accade e dobbiamo contrastare questo fenomeno in tutti i modi”.

Ma c'è una reale collaborazione tra polizie? “Sicuramente – risponde Roncaglia – L'Interpol riunisce 192 paesi ed è una base di partenza ma il teme è duplice: la tutela delle vittime e l'azione contro i trafficanti. Nel perseguire i reati entra in gioco lo scambio di informazioni ma le forze di polizia non sono preparate per assistere le vittime; la nostra preparazione è finalizzata a lottare contro le organizzazioni di trafficanti. Il fatto che sia coinvolta la Chiesa, che ha un ambito per così dire più 'caldo', ha una maggior competenza nella tutela delle vittime, ci libera da questo tipo di responsabilità permettendoci di combattere meglio contro chi lucra su questo squallido commercio”.