“Si aumenti la tassazione delle speculazioni finanziarie”

Le tre preoccupazioni indicate dal Papa (crisi delle vocazioni, trasparenza economica e accorpamento delle diocesi), la necessità di migliorare la comunicazione per incidere nella cultura del nostro tempo, il prossimo Sinodo dei vescovi dedicato ai giovani. Ma soprattutto “i temi che ci stanno a cuore che sono quelli della gente, perché non vogliamo essere una Chiesa d'élite ma una Chiesa del popolo, camminare con la nostra gente”. Sono i temi trattati dalla 71a assemblea dei vescovi italiani che il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, ha illustrato nella conferenza stampa conclusiva. Inevitabili i riferimenti alla situazione politica italiana.

Debolezza politica

“Come vescovi abbiamo dato voce alle difficoltà in cui versa il Paese – ha spiegato l'arcivescovo di Perugia – La povertà, il problema del lavoro che non è solo la mancanza ma è quello non retribuito o fittizio. Poi la vacanza legislativa che dura da quasi tre mesi e che ha moltiplicato e accentuato questi problemi. Ci siamo resi conto di tale debolezza politica e ne abbiamo visto le conseguenze. Per questo guardiamo con fiducia a due punti di riferimento, la Costituzione e il Presidente Mattarella che con la sua saggezza ha dato fiducia. Cosa possono chiedere i vescovi all'esecutivo che sta nascendo? Che sappia dare prova di maturità e affrontare i problemi, materiali e spirituali, perché noi partiamo sempre da una visione personalistica della politica, un'azione che sia incisiva e giusta perché senza giustizia non c'è pace”.

Vigilanti

Quello della dottrina sociale della Chiesa è stato un punto su cui Bassetti ha molto insistito. “Saremo molto vigilanti nei confronti di chi andrà al governo, come abbiamo sempre fatto. Saremo coscienza critica: quel che è buono lo apprezzeremo, ma per tutto ciò che andrà contro la famiglia, la persona, il migrante o chi volete voi saremo voce critica. Siamo disposti a collaborare ma non a collateralismi, illuminati dal Vangelo. Come ha detto il Papa, non vogliamo essere fumo ma fuoco che scalda e se necessario brucia. Ci sono paletti irrinunciabili – ha sottolineato ancora il presidente della Cei – la centralità della persona, il lavoro come mezzo fondante della personalità umana, l'attuazione della Costituzione, una scelta chiara per la democrazia e l'Europa. La stella polare deve essere un rinnovato impegno dei cattolici alla base del quale sta la giustizia sociale secondo i principi della dottrina sociale. Lavoro, piena occupazione, giusto salario, previdenza, assistenza sociale e sanitaria, istruzione, progressività fiscale, non tagli generalizzati sono punti fondamentali. Si cominci dal tassare di più le attività speculative che producono una marea di quattrini” ha ribadito Bassetti. E ancora “lotta a ogni forma di illegalità, inclusione di chi vive ai margini della società, partecipazione dei cittadini alla vita politica e sociale favorendo i cristiani che si vogliono impegnare sono principi irrinunciabili che non se li è inventati questa mattina la Cei ma sono nella dottrina sociale della Chiesa”.

Il ruolo dei cattolici

Proprio all'impegno dei cattolici il cardinale ha dedicato un altro passaggio: “La stagione del partito unico dei cattolici (non partito cattolico, Sturzo non l'ha mai voluto) è finita, come pure è superata quella della presenza in vari partiti che non ha portato grandi frutti per la scarsa coesione e la mancanza di una voce concorde sui princìpi della Chiesa, che sono poi quelli dell'uomo” ha detto Bassetti. E ora? “Non sta a me dirlo ma i valori sono quelli che ho enunciato, bisognerà avere la fantasia e la libertà di viverli insieme e vedere come esprimerli. Nella società è necessaria la presenza del pensiero dei cattolici“. Per questo la Cei si è resa conto della necessità di “scuole di formazione sulla dottrina sociale che servano da avviamento alla politica”.

Il premier designato

Quanto al presidente del consiglio incaricato, Bassetti, da fiorentino, ha auspicato che “il professor Conte, che insegna a Firenze, possa aver assorbito quell'umanesimo integrale di grandi figure laiche “che sono prototipi da imitare: La Pira, Bargellini, Meucci, Gozzini, Ettore Bernabei”.

Italia terra di missione

Riferendosi al calo delle vocazioni, il cardinale ha parlato di “crisi di paternità” di vescovi e sacerdoti ma ha anche puntato l'indice contro la “cultura del provvisorio, del relativismo che è mentalità comune, di una società che si basa su denaro e sesso”. Fattori che si aggiungono all'”inverno demografico” e agli “scandali”. “L'Italia – ha affermato – per secoli terra di vocazioni ora è terra di missione”. Quanto alla riduzione delle diocesi, è evidente la resistenza dei vescovi: “Certo 228 sono tante – ha ammesso il presidente della Cei – Sarà un processo ancora lungo“, per gradi, passando attraverso un “accorpamento ma nel rispetto della sensibilità della gente”.

Aborto

 “La legge 194 la conosciamo: bisogna apprezzare quei punti che erano fermi. Partiva dal non essere a favore dell'aborto. C'erano i paletti che esprimevano un principio morale – ha detto Bassetti – Non dico che fosse buona ma almeno c'erano dei limiti rispetto a certe proposte improntate al relativismo totale, per esempio sull'embrione”.

Seminari e omosessualità

Riferendosi infine alle presenze di omosessuali nei seminari, dall'alto della sua lunga e vasta esperienza (oltre 30 anni da rettore dei seminari minore e maggiore di Firenze e poi come ispettore), il cardinale Bassetti ha detto che “di acqua sporca ce n'è e va tolta ma guardiamo al bello: dove si trovano 100, 200 giovani, come quando giravo io nei seminari del Sud, pronti a vendersi la pelle per il Vangelo? La fragilità umana c'è per tutti ma penso di potervi dare una testimonianza con cognizione di causa”.