Sacerdote “pro-life” arrestato

Undici attivisti “pro-life” sono stati arrestati sabato scorso, 2 dicembre, in varie cliniche degli Stati Uniti in cui si compiono aborti. È finito in manette anche padre Stephen Imbarrato, che insieme a due laici si trovava in una di queste strutture, a Washington. Lo riporta Life Site News.

I tre si sono trovati una sala d'aspetto affollata di donne in attesa di essere chiamate per entrare in sala operatoria e interrompere la gravidanza. Stavano distribuendo loro delle rose e stavano offrendo parole di incoraggiamento a non abortire. Il personale sanitario è però intervenuto e dopo qualche momento di tensione, è stata chiamata la polizia.

Gli agenti hanno prima provato ad allontanare gli attivisti spiegando che non potevano restare in una proprietà privata, ma la resistenza di questi ultimi ha fatto sì che venissero portati via di forza dall'edificio e tratti in arresto. Le immagini diffuse mostrano padre Imbarrato che viene trascinato nell'auto della polizia.

Il prete e le altre persone arrestate sabato scorso fanno parte della Red Rose Rescue, un'organizzazione “pro-life” che porta rose rosse alle donne in sala d'attesa nelle cliniche in cui si praticano aborti. Il loro obiettivo è convincerle ad alzarsi abbandonando la decisione di interrompere la gravidanza. “La partecipazione attiva a questa organizzazione – ha dichiarato padre Imbarrato – lo sento in buona coscienza come un obbligo”. Le tre persone arrestate a Washington sono state rilasciate e dovranno comparire in Tribunale il prossimo 11 dicembre.

Padre Imbarrato, prima della vocazione al sacerdozio, ha avuto una fidanzata e l'ha spinta ad abortire. Lo rivelò lui stesso nel 2015: “Negli anni Settanta, molto prima che diventassi sacerdote, ho incoraggiato la mia ragazza ad abortire. Il senso di colpa è seguito quasi immediatamente, così come la confessione del nostro peccato a un sacerdote. La guarigione è arrivata molto più lentamente, e alla fine ci siamo lasciati”.