“Riscoprire le nostre radici nell'ebraismo”

Si celebra oggi la Giornata per il dialogo tra cattolici ed ebrei che da 29 anni precede l'inizio della Settimana per l'unità dei cristiani. In Terris ne ha parlato con don Cristiano Bettega, Direttore Ufficio Nazionale per l'Ecumenismo e il Dialogo interreligioso della Cei.

A che punto sono le relazioni tra cattolici ed ebrei?

“Direi che sono a uno stato molto buono. Nelle città dove sono presenti comunità ebraiche c'è l'abitudine di dare rilevanza non solo a questa Giornata ma anche ad altre occasioni. Si cerca di creare appuntamenti comuni non solo per le festività, con lo scambio di auguri ma anche in altre circostanze, soprattutto per la volontà da parte cattolica di un approccio diverso allo studio biblico, riconoscendo il grande deposito di studio, di sapienza, di tradizione che le comunità ebraiche hanno nei confronti dei testi sacri. Ma anche per quanto riguarda il pronunciamento su questioni etiche o su aspetti scottanti, per esempio nel cercare di capire con le voci ebraiche come ci si pone nei confronti dello Stato di Israele”.

E le prospettive?

“Prima di tutto penso siano quelle di non abbassare la volontà di un dialogo che sia sempre più fruttuoso, di approfondirlo e direi anche di allargarlo perché credo che da parte cristiana ci sia il bisogno di capire che il dialogo, lo studio, il rapporto, l'ascolto dell'ebraismo, non può prescindere dal nostro essere cristiani, nel senso che all'ebraismo dobbiamo tantissimo. Non è una cosa che solo una comunità cristiana, una diocesi o una città dove vive una comunità ebraica può permettersi: ogni comunità cristiana dovrebbe riscoprire la propria radice 'ebraica', nel senso di quel che disse già Pio XI: 'Spiritualmente siamo tutti semiti' (frase pronunciata in un discorso il 6 settembre 1938, all'indomani del primo “Provvedimento per la difesa della razza”, ndr). Serve la consapevolezza, che indubbiamente è stata sdoganata dal Concilio Vaticano II e sviluppata in questi anni, ma che può e deve essere ulteriormente compresa, che non possiamo pensare di essere cristiani senza la nostra radice nell'ebraismo. E' come un albero a cui venissero tagliate le radici. L'abbiamo fatto drammaticamente per millenni, dimenticando o negando ciò che invece era evidente, e abbiamo finalmente cominciato a capire che una cosa del genere non è più pensabile”.

Quest'anno ricorrono gli 80 anni delle leggi razziali. Vede il rischio di un ritorno dell'antisemitismo?

“Sì, è sempre un po' alle porte, lo vediamo anche dalla cronaca. Penso che non sia più soltanto la comunità ebraica che deve vegliare, come se potessimo dire 'è un problema loro, si arrangino', ma è la comunità internazionale che deve vigilare. Contro l'antisemitismo come contro la discriminazione razziale o religiosa di qualsiasi gruppo umano. Se in passato ci si è limitati a guardare, credo che oggi abbiamo capito che è un problema che ci riguarda in prima persona, anche se non sono io il discriminato: ogni volta che un uomo o una donna, in nome della loro fede o della loro appartenenza etnica o culturale, della loro provenienza geografica vengono discriminati, o gli vengono negati i diritti fondamentali, è una cosa che mi riguarda come essere umano, oltre che come credente”.

Sarà organizzato qualcosa per ricordare la promulgazione delle leggi razziali?

“Abbiamo qualcosa in cantiere a livello nazionale. Con l'Unione delle comunità ebraiche abbiamo intenzione di non lasciar passare questo anniversario, ci stiamo lavorando per sottolinearne il rilievo attuale, proprio per ricordare che il rischio è sempre lì. Ma stiamo ancora studiando l'iniziativa”.

Lei faceva riferimento all'importanza di capire come porsi nei confronti dello Stato di Israele. In questo momento la questione Gerusalemme è un punto dolente. Che ne pensa?

“E' un punto dolente anche perché è estremamente complessa la situazione. Mi sento di dire che è una cosa su cui noi occidentali interveniamo con molta leggerezza, schierandoci: 'hanno ragione questi o quelli'. Invece la realtà è talmente complessa che non la capisce fino in fondo neanche chi c'è dentro… Vado abbastanza spesso in Israele e anche in una parte dei Territori palestinesi: lì veramente mi rendo conto di quanto sia complessa l'intera vicenda, con una serie di problematiche collegate. Non è semplicemente il fatto di due etnie e due fedi, che poi son tre con i cristiani; molte delle cose che noi diciamo in Occidente sono semplificazioni che hanno il rischio di diventare banalizzazioni fuorvianti. Dovremmo avere la capacità di rispettare chi agisce in un determinato modo. Poi è chiaro che comunque l'orrore e la capacità di denunciare ogni tipo di violenza e di sopruso non viene meno, ma senza tirare giudizi che non ci competono”.

Iniziative in alcune diocesi

Numerose le iniziative in tante diocesi in occasione di questa Giornata. A Milano in particolare sarà ricordato Rav Giuseppe Laras, recentemente scomparso. Il Consiglio delle Chiese Cristiane di Milano ha organizzato due dibattiti presso l’Ambrosianeum sul tema “Alle radici del Dialogo ebraico-cristiano”. Alle 17 Piero Stefani (presidente nazionale del Segretariato Attività Ecumeniche) e Daniele Garrone (docente alla Facoltà Valdese di Teologia a Roma) parleranno su “Il Dialogo ebraico-cristiano: stato dell’arte e prospettive future”, modera padre Ambrogio Makar (vicepresidente del Consiglio delle Chiese Cristiane Milano). Alle 18.30 “Il Dialogo ebraico-cristiano e i suoi promotori” vedrà protagonisti il rabbino capo di Milano rav Alfonso Arbib e monsignor Gianantonio Borgonovo, arciprete del Duomo di Milano; modera Sara Comparetti, presidente del Consiglio delle Chiese Cristiane di Milano.

Tra le altre proposte, da segnalare a Ravenna l'incontro con il rabbino capo della comunità ebraica di Modena e Reggio Emilia, rav Beniamino Goldstein, che terrà una conferenza in seminario alle 18.30. A Tarquinia, invece, l'appuntamento è presso la “Cittadella”, sede di Semi di Pace onlus alle ore 16. Sarà approfondito il tema del Libro delle Lamentazioni. L’iniziativa è organizzata e coordinata dall’Ufficio per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della Diocesi di Civitavecchia-Tarquinia. L’incontro si concluderà con una visita al Memoriale della Shoah e alla mostra “La Shoah in Italia. Persecuzione e deportazioni (1938-1945)”, che illustra la storia della persecuzione dei diritti e delle vite degli ebrei in Italia dal 1938 al 1945.