Papa Francesco: “Siate giornalisti umili”

Voglio dirvi anzitutto che stimo il vostro lavoro; la Chiesa vi stima, anche quando mettete il dito sulla piaga, e magari la piaga è nella comunità ecclesiale”. Sono le prime parole con cui Papa Francesco inaugura il suo discorso ai membri dell'Associzione stampa estera in Italia. Poi il Pontefice ha aggiunto: “Il vostro è un lavoro prezioso perché contribuisce alla ricerca della verità, e solo la verità ci rende liberi”. Affermazione, senza dubbio, con un forte impatto. 

Una professione con un bilanciamento complesso

Nel 2019 quello del giornalista è un mestiere assai complesso, non soltanto per la rivoluzione digitale che sta modificando la professione, soprattutto per l'equilibrio che il professionista dell'informazione deve avere. “Il vostro è un ruolo indispensabile, e questo vi affida anche una grande responsabilità: vi chiede una cura particolare per le parole che utilizzate nei vostri articoli, per le immagini che trasmettete nei vostri servizi, per tutto ciò che condividete sui social media”. Papa Francesco ha invitato i cronisti “a operare secondo verità e giustizia, affinché la comunicazione sia davvero strumento per costruire, non per distruggere”. 

L'umiltà come punto di partenza

Questa virtù secondo il Santo Padre è “la chiave di volta dell'attività” giornalistica. Perchè: “Ognuno di noi sa quanto sia difficile e quanta umiltà richieda la ricerca della verità. E quanto sia più facile non farsi troppe domande, accontentarsi delle prime risposte, semplificare, rimanere alla superficie, all’apparenza”. La semplicità però non è sinonimo di insufficienza o mediocrità, anzi, amplia la contezza dei reporter. Atteggiamento che permette di evitare “titoli gridati”, manipolazioni della realtà, in modo speciale nell'epoca di Internet e dei social network. Dunque ai giornalisti occorrono calma e riflessione per evitare “pregiudizi su tutto e tutti”.  

La lotta alle notizie false e tendenziose

Nel panorama attuale dell'informazione è indubbio che circolino molte “bufale”. Un fenomeno che sminuisce e svilisce il mestiere del giornalista. Infatti anche Papa Francesco nel suo discorso non ha potuto non citarle. “In un tempo in cui molti diffondono fake news, l’umiltà ti impedisce di smerciare il cibo avariato della disinformazione e ti invita ad offrire il pane buono della verità”. 

Dare voce a chi non ce l'ha

Una delle missioni del cronista è quella di dare la possibilità di diffondere il proprio pensiero anche a chi – per motivi religiosi, politici, umanitari e salute – non potrebbe farlo. E' il caso delle stragi dimenticate, silenziose e silenziate dal circuito mediatico. “Chi parla oggi dei Rohingya? Chi parla oggi dei Yazidi?”. E ancora: “Non bisogna dimenticare questo Mediterraneo che si sta trasformando in cimitero”. Quindi il racconto giornalistico non deve esaltare soltanto il male, ma anche il bene, ponendo il valore della solidarietà al primo posto. Da qui l'esortazione di Bergoglio ad essere “semi di speranza”.