Papa Francesco inserisce “l’offerta della vita” nell’iter di canonizzazione

Papa Francesco apre una quarta via per il riconoscimento della santità: l’offerta della vita. E’ quanto stabilisce il Pontefice nel motu proprio “Maiorem hac dilectione”, pubblicato quest’oggi.

Una quarta via

Da secoli, le norme della Chiesa stabiliscono che si può procedere ad elevare agli onori degli altari un Servo di Dio seguendo tre vie: il martirio, le virtù eroiche e la “beatificazione equipollente”, meno conosciuta. Queste tre vie sono ancora oggi in vigore e percorribili, tuttavia la Congregazione delle Cause dei Santi si è accorta che queste non siano sempre sufficienti per interpretare tutti i casi possibili di “santità canonizzabile”. Quindi si è interrogata sulla possibilità di beatificare quei Servi di Dio che, seguendo l’esempio di Cristo, hanno offerto, liberamente, la propria vita “in un supremo atto di carità”. Ecco dunque la quarta via, definita “offerta della vita”, che, anche se ha elementi in comune con quella del martirio e delle virtù eroiche, essa rappresenta una nuova fattispecie che intende valorizzare, con un iter specifico, un’eroica testimonianza cristiana.

 

Un’offerta “propter caritatem”

Nel documento, che prende il nome dalla versione latina del versetto 13 del capitolo 15 del Vangelo di Giovanni, il Papa spiega: “Sono degni di speciale considerazione ed onore quei cristiani che, seguendo più da vicino le orme e gli insegnamenti del Signore Gesù, hanno offerto volontariamente e liberamente la vita per gli altri ed hanno perseverato fino alla morte in questo proposito”. Infatti, “l’eroica offerta della vita, suggerita e sostenuta dalla carità”, aggiunge il Pontefice, “esprime una vera, piena ed esemplare imitazione di Cristo e, pertanto, è meritevole di quella ammirazione che la comunità dei fedeli è solita riservare a coloro che volontariamente hanno accettato il martirio di sangue o hanno esercitato in grado eroico le virtù cristiane”. Modificando alcuni articoli della Costituzione apostolica Divinis perfectionis Magister, del 1983, e delle Normae servande in inquisitionibus ad Episcopi facendis in Causis Sanctorum, Beroglio stabilisce quattro criteri: “l’offerta della vita, affinché sia valida ed efficace per la beatificazione di un Servo di Dio” deve essere “libera e volontaria”, nonché l'”eroica accettazione propter caritatem di una morte certa e a breve termine”; deve esserci un “nesso tra l’offerta della vita e la morte prematura”; devono essere state esercitate “almeno in grado ordinario, delle virtù cristiane prima dell’offerta della vita e, poi, fino alla morte”; infine, deve esistere “fama di santità e di segni, almeno dopo la morte”. Inoltre, com’è già di prassi, è necessario un “miracolo per la beatificazione, avvenuto dopo la morte del Servo di Dio e per sua intercessione”. Il Motu Proprio, come stabilisce il Pontefice, entra in vigore dall’11 luglio 2017, tramite la pubblicazione su L’Osservatore Romano, il giornale della Santa Sede.