Papa: “Lituania modello di accoglienza delle differenze”

Un'ode alla Lituania, capace di “ospitare” popoli di diverse etnie e religioni. L'ha fatta Papa Francesco nel suo rimo discorso nel Paese Baltico, avanti al presidente Dalia Grybauskaite e ai rappresentanti istituzionali parlando nel piazzale antistante il Palazzo presidenziale. Il Pontefice ricorda la storia fatta anche di sofferenze del Paese, che ha conosciuto “persino il martirio”. Prove, prosegue, che non hanno però piegato un popolo che “ha un’anima forte”.

La memoria anche di periodi difficili serve però per “guardare le sfide del presente e proiettarsi verso il futuro in un clima di dialogo e di unità tra tutti gli abitanti, in modo che nessuno rimanga escluso”. Ecco allora che la Lituania sa accogliere tutti, come insegna da sempre: qui – ribadisce – “sono vissuti insieme e in pace fino all’arrivo delle ideologie totalitarie che spezzarono la capacità di ospitare e armonizzare le differenze seminando violenza e diffidenza”. La Lituania per il Papa è “terra-ponte di comunione e di speranza”, che sa mantenere viva “la tolleranza, l’ospitalità, il rispetto e la solidarietà”. “Questo – ha aggiunto – può essere il frutto di una storia matura, che come popolo voi offrite alla comunità internazionale e in particolare all’Unione Europea”.

Lo sguardo di Papa Bergoglio si è dunque rivolto ai giovani del Paese: “Un popolo in cui i giovani trovano spazio per crescere e lavorare, li aiuterà a sentirsi protagonisti della costruzione del tessuto sociale e comunitario. Questo renderà possibile a tutti di alzare lo sguardo con speranza verso il domani. La Lituania che essi sognano si gioca nella costante ricerca di promuovere quelle politiche che incentivino la partecipazione attiva dei più giovani nella società”. Senza dubbio, conclude il Papa, “questo sarà seme di speranza, poiché porterà ad un dinamismo nel quale l’anima di questo popolo continuerà a generare ospitalità: ospitalità verso lo straniero, ospitalità verso i giovani, verso gli anziani, verso i poveri, in definitiva, ospitalità al futuro”.