Omelia a Santa Marta, Papa Francesco: “Nell’Addolorata contempliamo il mistero della Croce”

La morte di Cristo è una contraddizione, serve la fede per comprenderlo”. Contemplare Maria Addolorata ai piedi della croce ci aiuta ad entrare in questo mistero. Nell’omelia pronunciata nel corso della Messa mattutina nella Casa Santa Marta, in Vaticano, celebrazione ripresa ieri dopo la pausa estiva, Papa Francesco invita i fedeli a guardare la Vergine Addolorata, che Gesù dà in dono all’apostolo Giovanni, presente anch’esso sul Golgota nel momento della crocifissione.

Segno di contraddizione

“Contemplare la Madre di Gesù è contemplare questo segno di contraddizione, perché Gesù è il vincitore” ma sulla Croce. La contraddizione è proprio questa, rimarca il Pontefice: “Non si capisce – aggiunge -, ci vuole fede per comprenderla, o almeno per avvicinarsi a questo mistero”. Maria sapeva che suo figlio sarebbe morto, e “tutta la vita ha vissuto con l’anima trafitta“, afferma il Papa facendo riferimento alla profezia di Simeone (cfr. Lc 2, 33-35). La Madonna ha sempre seguito Gesù, anche nell’ora della croce. Nel corso della sua vita, fa notare il Pontefice, “sentiva i commenti della gente, a volte pro, altre contro ma stava sempre dietro a suo Figlio. Per questo diciamo che è la prima discepola”, sottolinea. Maria possedeva “l’inquietudine che faceva nascere nel suo cuore questo segno di contraddizione“.

Il silenzio della Madre

Nel momento della morte di Gesù lei era lì, ai piedi della croce, in silenzio ma in piedi, con gli occhi fissi sul Figlio. In quel momento, forse, aggiunge il Santo Padre, sentiva commenti del tipo: “Guarda, quella è la Madre di uno dei tre delinquenti”. Ma lei “mostrò la faccia per il Figlio. Questo che io dico adesso sono piccole parole per aiutare a contemplare, in silenzio, questo mistero. In quel momento, Lei partorì tutti noi, partorì la Chiesa. ‘Donna’, le dice il Figlio, ‘ecco i tuoi figli’. Non dice ‘madre’; dice ‘donna’”. Perchè in Maria Addolorata si contempla una donna forte, coraggiosa, che era lì per dire: “Questo è mio Figlio, non Lo rinnego”. Per Papa Francesco, il brano proposto dalla liturgia odierna (cfr. Gv 19, 25-27), dunque, è da contemplare più che per riflettere: “Che sia lo Spirito Santo – conclude – a dire a ognuno di noi ciò di cui abbiamo bisogno“.