Nigeria: liberato padre Agubi

E'stato liberato dalla polizia p. Isaac Agubi, sacerdote che presta servizio presso la chiesa Holy Name di Ikpeshi, che si trova 230 km di distanza da Benin City, capitale dello Stato di Edo nel sud della Nigeria. Il sacerdote era stato rapito domenica 16 giugno lungo la strada Auchi-Igarra, intorno alla 5 del pomeriggio, mentre rientrava a casa dopo aver celebrato la messa. Lo riporta l'AGenzia Fides. Le forze dell’ordine nigeriane, aiutate da alcuni cacciatori pratici della zona, sono riuscite a individuare il rifugio dei rapitori nella foresta. Nel corso delle operazioni di liberazione del sacerdote uno dei banditi è rimasto ferito. 

Fulani

I rapitori sembrano essere un gruppo di Fulani, un'etnia di pastori nomadi, che in Nigeria e in altri Paesi dell’Africa occidentale (dove sono noti come Peuls) si sono resi protagonisti di razzie e di raid violenti contro le altre popolazioni, subendo, a loro volta, vendette violente. Sono diffusi dalla Mauritania al Camerun e contano complessivamente fra i 6 e i 19 milioni di persone. Da anni si scontrano con i contadini locali nell'area della Middle Belt, nello stato dei Benue e nella regione di Jos, ma negli ultimi hanno iniziato a girare armati con fucili Ak 47. Questi pastori nomadi, secondo un rapporto della diocesi di Kafanchan, avrebbero provocato negli ultimi mesi la distruzione di 53 villaggi, l'uccisione di 808 persone, il ferimento di altre 57 e il rogo di 16 chiese e di 1422 abitazioni. L'ultimo episodio noto di rapimento di religiosi da paret di fulani in Nigeria risale al novembre scorso quando furono liberati 4 sacerdoti. Non si placa l'ondata di violenza in Nigeria, il Paese africano con il maggior numero di abitanti. Solo nell’ultima settimana, nel nord della Nigeria violenze legate alla questione dei Fulani ed altre invece commesse da Boko Haram – ancora attivo tra il nord della Nigeria e Mali – hanno provocato la morte di oltre 150 persone e il rapimento a fini di estorzione di altre nove. Lo scoros gennaio, nel vicino Mali, scontri etnici tra Fulani – accusati dalle autorità locali e dalla popolazione di essere legati ad al-Qaida – e le milizie Dozo portarono alla morte di 37 persone.