Mons. Hoser: “A Medjugorje continuerà la venerazione mariana”

“Se a Medjugorje si è sviluppato il culto mariano, se vi arrivano folle così imponenti, è un posto in cui la venerazione continuerà, visto che la Madonna può essere venerata ovunque, soprattutto in quei luoghi in cui questa venerazione è così feconda, come sentiamo da tante testimonianze”. Comincia così l’intervista rilasciata al sito Aleteia dall’arcivescovo di Varsavia, mons. Henryk Hoser, sulla controversa questione delle presunte apparizioni mariane in Bosnia.

Mons. Hoser è stato nominato l’11 febbraio inviato del Papa per capire quello che sta realmente accadendo. “Non dovremmo affatto preoccuparci! La Chiesa non si è ancora espressa sull’autenticità delle apparizioni. Dovremmo attendere con calma la posizione definitiva. Non è certo la prima volta in cui la Chiesa è lenta nel prendere una decisione soprattutto per il fatto che la forma delle apparizioni mariane a Medjugorje è significativamente diversa da quella delle apparizioni precedenti ben note” ha detto nella sua intervista l’inviato speciale del Papa. “La questione, poi – spiega ancora il presule – non cambierà nulla dell’insegnamento della Chiesa sul culto mariano “. Una vicenda intorno alla quale si sono rincorse voci e affermazioni spesso infondate. Lo stesso mons. Hoser ci ha scherzato su: “Ho sentito dire che sarei già lì e sarei stato guarito miracolosamente dalla Beata Vergine Maria… Scherzi a parte, la mia prima visita a Medjugorje, una visita orientativa, inizierà alla fine di marzo“.

Le posizioni sulle apparizioni sono molto diverse. Recentemente il vescovo di Mostar, mons. Ratko Peric, con un lungo intervento in italiano pubblicato sul sito della diocesi, aveva affermato che la Madonna a Medjugorje non è mai apparsa. Ma l’ultima parola spetta alla S. Sede. “Incontrerò in primo luogo il nunzio apostolico in Bosnia-Erzegovina e l’arcivescovo di Sarajevo – ha raccontato mons. Hoser – Poi, ovviamente, incontrerò l’ordinario locale, il vescovo di Mostar, e i frati francescani che lavorano nel santuario. Come prima cosa, ad ogni modo, ascolterò con attenzione le varie opinioni ed esaminerò la situazione pastorale locale”.

Non è la prima volta che da Roma si interessano di un fenomeno che richiama tanti pellegrini. “Nel 2010 la Santa Sede ha nominato una commissione dottrinale speciale guidata da Sua Eminenza il cardinale Camillo Ruini – ricorda mons. Hoser – Nel 2014 la commissione ha concluso i suoi lavori ed ha sottoposto le proprie conclusioni al Santo Padre, che ha poi girato la questione alla Congregazione per la Dottrina della Fede. Finora la Congregazione non ha adottato una posizione definitiva”. La missione affidatagli, dice Hoser, “è ausiliare rispetto a ciò che ha svolto la commissione dottrinale. Ogni anno il santuario viene visitato da due milioni-due milioni e mezzo di pellegrini provenienti da tutto il mondo. E’ diventato un luogo carismatico. Il fatto che Medjugorje venga visitata da tanti fedeli, che senza dubbio ne traggono un arricchimento personale, è una cosa da tenere bene a mente”. “C’è una forte richiesta di assistenza pastorale in questo luogo. Ci sono ben 50 confessionali. Il problema è che spesso non ci sono abbastanza confessori che parlino lingue diverse – conclude l’arcivescovo – La mia missione, secondo quanto stabilito nel comunicato diffuso dalla Santa Sede, è quella di esaminare da vicino la situazione pastorale locale, in particolare le necessità dei pellegrini. Dovrei anche indicare nuove possibili iniziative pastorali. L’obiettivo soggiacente è promuovere l’assistenza pastorale e coordinare meglio le azioni pastorali locali”.

In ogni caso, come ha detto recentemente il prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede cardinale Muller, “il futuro della Chiesa non dipende né da Medjugorje né da santuari conosciuti come Fatima o Lourdes”. Perché la fede non si basa certo su apparizioni e rivelazioni private, anche se possono contribuire ad avvicinarsi ad essa e ad accrescere la devozione alla Madonna e a Gesù.