Missioni, il ruolo decisivo dei laici

“Nella fede cristiana c'è un impulso di cui tutto il corpo vive. Se si ferma, è il momento della crisi è uno choc. E' questo l'impulso missionario che deriva dall'ultimo mandato di Gesù e dall'assicurazione che Lui sarà sempre presente nella Chiesa”. Con queste parole il cardinale Ferdinando Filoni, prefetto della Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli, più nota come Propaganda Fide, ha presentato la Giornata missionaria mondiale che si celebra domenica prossima.

Il messaggio del Papa

Il cardinale ha commentato le tre domande che si era posto il Papa nel suo messaggio per questo appuntamento, diffuso lo scorso 4 giugno, festa di Pentecoste. “Il missionario – ha sottolineato il prefetto – non è mai solo, è lo strumento attraverso il quale Cristo agisce. La fede si manifesta e si dà per questo impulso e quindi bisogna avere cuore”. Una indicazione che il segretario aggiunto della Congregazione, mons. Protase Rugambwa, presidente delle Pontificie Opere Missionarie, ha riassunto con una frase del beato Paolo Manna, fondatore dell'Unione Missionaria: “Tutta la Chiesa per tutto il mondo”.

Le radici “locali”

Ma quanti problemi crea la diffusione di legislazioni sempre più restrittive nei confronti delle missioni in tanti Paesi? “Gli Stati che hanno una propria identità e una propria cultura a volte vedono il Cristianesimo come qualcosa che viene da fuori – ha risposto il card. Filoni – Sono stato recentemente in Giappone, dove la nostra fede arrivò con Francesco Saverio. Ebbene, lì, come in Corea e in Cina, chi ha permesso la penetrazione del Vangelo sono state persone del posto. Penso al beato Takayama Ukon, il 'samurai di Dio'. Quando il suo shogun gli chiedeva cosa avesse il Cristianesimo che la cultura nipponica non potesse dargli, rispondeva di aver capito che vedeva non era una cultura umana ma una rivelazione dall'alto. In Corea accadde lo stesso con i cinque saggi che studiarono gli scritti in cinese di Matteo Ricci: 'ecco ciò che è davvero importante per noi', commentavano. Erano i 'saggi di Dio'. E anche in Cina: è vero che fu Ricci a portare il Vangelo ma non avrebbe potuto fare molto senza Xu Guangqi, che possiamo considerare il 'mandarino di Dio' (appellativo di solito attribuito al gesuita Martino Martini, ndr). Uno salito al rango di ministro che morì talmente povero che fu l'imperatore a pagargli i funerali, perché aveva compreso che quando 'uno mi dice perdonare il nemico e di offrire me stesso agli altri, può venire solo dall'alto, un uomo da solo non lo farà mai'. Ecco perché la missionarietà se non è fatta propria non va avanti, finisce lì. E' fondamentale comprendere che il Vangelo non è una questione di preti o di religiosi”.

Infanzia missionaria

Il cardinale ha anche rimarcato l'importanza dell'infanzia missionaria, a cui si dedica in particolare una delle Opere, quella fondata da mons. de Forbin Janson, Vescovo di Nancy, per educare i fanciulli allo spirito missionario. “Non si tratta del poco che si può raccogliere nel corso della giornata – ha detto il card. Filoni – ma il fatto che il bambino diventa soggetto della solidarietà. E' una forma di educazione che nel nostro mondo occidentale è stata un po' dimenticata”.

Una patrona laica

Riprendendo il messaggio del Papa, il cardinale ha ricordato che “il fondamento della missione è Gesù”; il cuore “è l'incontro con Cristo, perché ogni uomo ha diritto ad incontrare il Buon Samaritano e il Buon Pastore”; e infine l'atteggiamento vitale deve essere “la dimensione di continuo esodo spirituale. Non basta l'azione sociologica, che sarebbe sì una buona opera ma non avrebbe la dimensione voluta da Cristo della salvezza“. Dunque è decisiva, come sempre, la preghiera e in questo anche (e soprattutto) i laici sono chiamati a fare la loro parte. Non a caso, Filoni ha auspicato che presto accanto a un missionario come Francesco Saverio e a una contemplativa come Teresa del Bambin Gesù possa esserci una laica come patrona delle missioni, vale a dire Pauline Jaricot, la venerabile che fondò un'altra delle Pontificie opere missionarie, la “Propagazione della fede”. E quale fu il suo ruolo? “Da operaia – conclude il cardinale – organizzò una catena ininterrotta di rosari, affinché i missionari non restassero neanche un minuto senza il sostegno della preghiera. Solo dopo lei e le sue compagne di lavoro si tassarono per mandare aiuti materiali”.