“Mia figlia, miracolata da Paolo VI”

Raramente un’enciclica papale fu così contestata, mai un documento pontificio fu sottoposto alle manipolazioni e ai tentativi di rilettura secondo le esigenze “del mondo” come lo fu l’Enciclica “Humanae Vitae”. Ma la Provvidenza ha voluto che Paolo VI, il Papa del documento in difesa della vita, sia stato proclamato beato grazie a un miracolo su un bambino non ancora nato, e che domenica 14 ottobre venga proclamato santo per un secondo miracolo da lui ottenuto in favore di una bambina prima della nascita. Sono segni del Cielo che non si possono sottovalutare.

La vicenda

La bimba si chiama Amanda Tagliaferro, oggi ha tre anni e sta molto bene, ma non doveva nascere. Sua madre, Vanna, di professione infermiera nell’ospedale di Legnago (VR), durante la gravidanza aveva deciso di verificare lo stato di salute del feto effettuando un’indagine prenatale invasiva, la villocentesi. Ma l’esame andò male: durante l’intervento si ruppero le membrane causando la perdita totale del liquido amniotico alla tredicesima settimana. I medici prospettarono, allora, ai genitori di Amanda un aborto spontaneo, poiché è ciò che di solito avviene in questi casi. E se il feto, contro ogni statistica, avesse resistito, Vanna avrebbe fatto bene, sempre secondo la moderna scienza medica, a procedere con l'interruzione volontaria di gravidanza, visto che la piccola avrebbe, con tutta probabilità, presentato alla nascita gravissime disabilità per il mancato sviluppo dei polmoni da cui dipende la salute degli altri organi vitali.

La preghiera

Ma, a questo punto, entrò in gioco Paolo VI. Il dottor Paolo Martinelli, un medico, collega di Vanna, che l’aveva visitata ed era a conoscenza della sua drammatica situazione, si fece avanti e consigliò caldamente ai coniugi Tagliaferro, i quali, come si è soliti dire, a quel tempo vivevano la fede con tiepidezza, una visita al Santuario delle Grazie di Brescia “perché la vita non è solo statistiche, e l’autore della vita è un Altro”. E fu così che Vanna e Alberto da Villa Bartolomea, sempre in provincia di Verona, si trovarono davanti alla statua dedicata a Montini conservata alle Grazie, per chiedere il miracolo per la loro Amanda che, agli occhi del mondo, non aveva più alcuna speranza di vita. Pregarono insieme dopo tanto tempo e con grande fervore. E tornarono a casa decisi di proseguire quella gravidanza che sembrava “inutile”.

Attesa

In seguito, soffrendo e pregando, si arrivò fino al traguardo della 23ma settimana, quando in Italia la Legge non consente più di procedere all’aborto. In quel momento Vanna si sentì totalmente sollevata del suo fardello, potendo ora mettere la vita della sua bambina unicamente nelle mani di Dio, sempre per il tramite dell’intercessione del beato Paolo VI. E la Notte di Natale del 2014 – se è un caso o un segno lo decida il lettore –, la giovane mamma, con tre mesi di anticipo sui tempi naturali della gestazione, dovette correre in ospedale in preda alle doglie del parto.

Il miracolo

I medici che l’accolsero si aspettavano che la bambina nascesse morta, anche a seguito delle sofferenze provocate dal travaglio. Ma Amanda venne alla luce perfettamente sana, senza nessun problema serio, offrendo alla medicina un enigma incomprensibile da sciogliere.

Papa santo

Tre anni più tardi, martedì 6 febbraio 2018 la Congregazione per le Cause dei Santi ha dato all’unanimità giudizio positivo sulla guarigione di Amanda Tagliaferro, attribuita all’intercessione del beato Papa Montini e scientificamente non spiegabile. Il successivo 19 maggio, nel corso del Concistoro, Francesco ha annunciato al mondo intero che Paolo VI sarebbe stato canonizzato il 14 ottobre 2018, con una solenne cerimonia in San Pietro.

Libro

La signora Vanna, insieme con il marito Alberto hanno raccontato dettagliatamente la loro storia al giornalista Andrea Zambrano che l'ha trasformata in un libro bellissimo, capace di scorrere via come un romanzo e in grado di far goire e commuovere. Si intitola “Una culla per Amanda. Il miracolo di Paolo VI” ed è stato pubblicato dalle Edizioni Ares di Milano. È una lettura salutare perché ci aiuta a riconoscere che la vita è un grande dono di Dio, dal quale veniamo. Alla vigilia della canonizzazione di Paolo VI abbiamo chiesto a Vanna di raccontarci i momenti più significativi della nascita miracolosa di Amanda. 

Lei nel 2014 rimase incinta del suo secondo bambino. Perché decise di svolgere uno screening prenatale?
“Quando è cominciata la mia seconda gravidanza, ho acquistato online una culla da una donna che poi ho scoperto aver perso la sua bambina appena nata, a seguito di una grave malattia genetica. Ero sconvolta e ho deciso di effettuare una villocentesi. Ma si sono rotte le membrane. Così ho perso il liquido amniotico”.

Che cosa hanno fatto i medici in quella situazione?
“Mi hanno prescritto cure antibiotiche, ma tutti mi ripetevano che la membrana difficilmente si rimargina. All’ospedale san Gerardo di Monza la professoressa Patrizia Vergani, una neopatologa di fama internazionale, mi praticò cicli di amnioinfusioni con soluzione fisiologica. Ma al secondo trattamento la dottoressa mi disse francamente che le cose non andavano bene. A quel punto ho cominciato a pensare seriamente a una interruzione della gravidanza”.

In Italia l’aborto terapeutico è consentito fino alla 23esima settimana, in quel momento avrebbe potuto ricorrervi tranquillamente…
“Sì, ma ero piena di dubbi: di notte pensavo di andare ad abortire, la mattina dopo rinunciavo. Sono stati giorni difficilissimi, di incertezza e d’inquietudine. Ero tormentata e mi sfogavo con la mia dottoressa: 'Io non voglio abortire, il solo pensiero mi atterrisce'. Ma proprio quando sono arrivata alla 23esima settimana è successa una cosa strana: improvvisamente mi sono sentita serena. Continuavo a ripetere ad Amanda che adesso non potevo più scegliere per lei, che il suo destino non dipendeva più da me”.

Quando è subentrato Paolo VI?
“Guardi, io non sapevo neanche lontanamente chi fosse. In più sono infermiera e mi fidavo ciecamente solo della medicina. Ma un mio collega, medico ginecologo, il dottor Paolo Martinelli mi ha detto: 'Perché non andate a pregare nel santuario di Paolo VI? È stato proclamato beato per un miracolo su un bambino non ancora nato'. E cosi io e mio marito Alberto siamo andati al Santuario delle Grazie di Brescia in pellegrinaggio. Ma per dire la verità non sapevamo neppure il perché, senza capire il bisogno di chiedere una grazia”.

Che cosa è successo nel Santuario?
“Ci siamo andati il 29 ottobre 2014. Io non sapevo neanche che faccia avesse Paolo VI. Quando mi ritrovai davanti alla sua statua di bronzo rimasi stupita e mi dissi: 'Sei tu allora quello di cui ci hanno parlato?'. Su un banco del Santuario abbiamo trovato un santino con la preghiera di intercessione. Allora ci siamo inginocchiati e l’abbiamo letta. Quando siamo arrivati allo spazio lasciato vuoto per inserire il nome della persona per cui chiedere la grazia, abbiamo pronunciato il nome di Amanda”.

E la gravidanza continuò…
“Sì. Passavano le settimane e la gravidanza proseguì fino alla 26esima settimana quando si presentò il parto. I bambini nati così prematuri di solito hanno vari problemi: polmoni, cuore, occhi, sviluppo neurologico. Amanda, che è venuta alla luce all’alba del Natale 2014, era piccolina sì (pesava poco mano di 800 grammi), ma non presentava nessun tipo di complicanza, non aveva niente”.

Come mai il caso della vostra figlia è stato analizzato per il processo di canonizzazione di Paolo VI?
“Dopo la nascita di Amanda, su suggerimento di un’amica, ho raccontato la nostra storia al quotidiano l’Arena di Verona. L’ho fatto al compimento del primo anno di Amanda per dare una speranza a chi si trovasse in una situazione come la mia e per ringraziare Paolo VI per l’intercessione. Pochi giorni dopo la pubblicazione del servizio sul giornale sono stata contattata dalla curia di Brescia, da don Antonio Lanzoni, vicepostulatore della Causa di canonizzazione di Papa Montini. Volevano avere informazioni per capire che cosa fosse successo. A conclusione del processo diocesano le carte sono state mandate alla Congregazione per le Cause dei Santi”.  

E quest’anno la Congregazione vaticana ha confermato che la nascita di Amanda Tagliaferro “constat de supernaturalitate” (risulta un fatto soprannaturale), spalancando la strada alla canonizzazione di Montini. Ma chi è ora per lei, per suo marito, Paolo VI?
“È la presenza costante e quotidiana nella nostra casa. Lo preghiamo ogni sera e tutti i giorni gli rivolgiamo un pensiero. Ed io, che non sapevo niente di lui, mi sono messa a studiare la sua tanto contestata Enciclica 'Humanae Vitae' e questa lettura mi ha aiutata a capire tanto di me stessa e di ciò che è accaduto a me con Amanda. Pertanto, desidero aggiungere che concordo con ogni suo concetto. Io che mi fidavo solo della medicina, oggi lo dico a tutti: la vita è un dono di Dio e a Lui appartiene”.

Questa vicenda ha cambiato la vostra vita di fede?
“La fede mia e di mio marito è cambiata radicalmente. È avvenuto un miracolo nel miracolo, sapendo che il primo miracolo è la conversione”.