Media censurano San Valentino, insorgono i cattolici

Non solo cuori, fiori e cioccolatini. La festa di San Valentino, il vescovo martire patrono degli innamorati, ha anche una valenza religiosa molto importante in tutto il mondo cristiano: è infatti venerato come santo dalla Chiesa cattolica, da quella Ortodossa e anche dagli anglicani. Ma se in Occidente questa ricorrenza ha assunto un aspetto soprattutto commerciale, in Oriente rischia di essere completamente cancellata. La Corte Suprema del Pakistan ha infatti confermato l'ordinanza restrittiva già emessa un anno fa, in seguito al ricorso di un cittadino musulmano, che riteneva le celebrazioni per la festività “contrarie alla dottrina islamica”. Insorgo i cattolici, che in una nota diffusa dalla “Pakistan Minorities Teachers' Association” (Pmta)affermano: “Vietare qualsiasi riferimento a San Valentino nei luoghi pubblici e sui media costituisce una violazione dell'articolo 28 della costituzione del Pakistan e limita i diritti umani fondamentali”. Nel testo si condanna la notifica emessa il 7 febbraio dall'Autorità governativa che regola i mass media del Pakistan, in cui si dispone di non trasmettere su media alcun riferimento al Santo.

Una festa “incompatibile”

“La situazione sta peggiorando e il Pakistan sta perdendo il pluralismo e la diversità. Lo spazio sociale per le minoranze religiose si va riducendo sempre più. I gruppi conservatori islamici oggi ritengono che San Valentino sia una festa non compatibile con l'islam e dunque non vada celebrata”, dice Anjum James Paul, presidente della Pmta all'Agenzia Fides. E aggiunge: “Così accadrà anche per altre ricorrenze. Di fatto le minoranze religiose pakistane sono costrette a condurre la loro vite in base all'articolo 31 della Costituzione del Pakistan che parla dello stile di vita islamico. Ecco perché il numero delle minoranze religiose è diminuito in questo Paese: erano il 23% nel 1947 e ora sono meno del 5%”.

Diritti non tutelati

Secondo Anjum James Paul, se il quadro sociale, economico, politico e religioso delle minoranze religiose in Pakistan (soprattutto quelle cristiane e indù ) non migliora, “continuerà l'emorragia e molti saranno costretti a cercare fortuna all'estero o comunque ad emigrare“. Il governo Pakistano, fa notare il Presidente della Pmta, dovrebbe garantire spazi di libertà uguali per tutti, tutelare i diritti delle minoranze, promuovere la loro inclusione nel tessuto sociale nazionale, nel segno di una sempre maggiore armonia religiosa. Ma al momento questo sembra un miraggio.