“Maria protegga Roma dal virus dell'indifferenza”

Come ogni anno si è rinnovato il tradizionale “Atto di venerazione all’Immacolata” in piazza di Spagna, nel cuore di Roma. Per tutto il giorno, i cittadini della Capitale si sono recati in piazza Mignanelli, a ridosso della Scalinata di Trinità dei Monti, per l'omaggio floreale al monumento a Maria, che da secoli veglia sulla città. I primi, come tradizione, sono stati i Vigili del Fuoco che, in onore di quei loro 220 colleghi che l’8 dicembre 1857 inaugurarono il monumento, alle 7:30 del mattino sono saliti sulla sommità della statua per deporre la propria ghirlanda di fiori bianchi. Anche Papa Francesco, per la quinta volta dalla sua elezione, ha partecipato a questa antica tradizione.

Il saluto con le Istituzioni

Al suo arrivo, è stato accolto dal Vicario di Roma, l'arcivescovo Angelo De Donatis, e il Sindaco della Capitale, Virginia Raggi. Quindi il Papa ha sostato in pregherà davanti al monumento dedicato alla Vergine Maria e dopo aver lasciato una grande composizione floreale alla base dell'alta colonna, ha recitato una preghiera, appositamente composta per l'occasione. Nella supplica, il Papa invoca la benedizione di Maria su Roma e sul mondo intero, e in particolar modo chiede alla Vergine di aiutare i cittadini romani a “sviluppare anticorpi” contro i “virus” della nostra società, ovvero l'indifferenza, la maleducazione, la paura del diverso. Ad occuparsi dell’animazione della giornata sono stati i responsabili e i fedeli della basilica parrocchiale dei Santi XII Apostoli che, insieme ai frati minori conventuali, al gruppo giovani della “Sveglia Francescana”, ai professi semplici studenti del Seraphicum e ai volontari, presenti in piazza fin dal mattino per pregare e assistere le persone che verranno. A tutti è stata distribuita gratuitamente la “medaglia miracolosa”.

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La preghiera del Papa

Madre Immacolata,
per la quinta volta vengo ai tuoi piedi come Vescovo di Roma,
a renderti omaggio a nome di tutti gli abitanti di questa città.

Vogliamo ringraziarti per la costante premura
con cui accompagni il nostro cammino,
il cammino delle famiglie, delle parrocchie, delle comunità religiose;
il cammino di quanti ogni giorno, a volte con fatica,
attraversano Roma per andare al lavoro;
dei malati, degli anziani, di tutti i poveri,
di tante persone immigrate qui da terre di guerra e di fame.

Grazie perché, appena rivolgiamo a te un pensiero
o uno sguardo o un’Ave Maria fugace,
sempre sentiamo la tua presenza materna, tenera e forte.

O Madre, aiuta questa città a sviluppare gli “anticorpi”
contro alcuni virus dei nostri tempi:
l’indifferenza, che dice: “Non mi riguarda”;
la maleducazione civica che disprezza il bene comune;
la paura del diverso e dello straniero;
il conformismo travestito da trasgressione;
l’ipocrisia di accusare gli altri, mentre si fanno le stesse cose;
la rassegnazione al degrado ambientale ed etico;
lo sfruttamento di tanti uomini e donne.
Aiutaci a respingere questi e altri virus
con gli anticorpi che vengono del Vangelo.

Fa’ che prendiamo la buona abitudine
di leggere ogni giorno un passo del Vangelo
e, sul tuo esempio, di custodire nel cuore la Parola,
perché, come un buon seme, porti frutto nella nostra vita.

Vergine Immacolata,
175 anni fa, a poca distanza da qui,
nella chiesa di Sant’Andrea delle Fratte,
hai toccato il cuore di Alfonso Ratisbonne, che in quel momento
da ateo e nemico della Chiesa divenne cristiano.
A lui ti mostrasti come Madre di grazia e di misericordia.

Concedi anche a noi, specialmente nella prova e nella tentazione,
di fissare lo sguardo sulle tue mani aperte,
che lasciano scendere sulla terra le grazie del Signore,
e di spogliarci di ogni orgogliosa arroganza,
per riconoscerci come veramente siamo:
piccoli e poveri peccatori, ma sempre tuoi figli.
E così di mettere la mano nella tua
per lasciarci ricondurre a Gesù, nostro fratello e salvatore,
e al Padre celeste, che non si stanca mai di aspettarci
e di perdonarci quando ritorniamo a Lui.

Grazie, o Madre, perché sempre ci ascolti!
Benedici la Chiesa che è a Roma,
benedici questa Città e il mondo intero.

Amen.

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La visita a Sant'Andrea delle fratte

Al termine della preghiera, il Papa si è recato in visita privata alla basilica parrocchiale di Sant’Andrea delle Fratte per pregare di fronte all’icona della Madonna del Miracolo nell’anniversario dell’apparizione ad Alfonso Ratisbonne. “La visita del Santo Padre è un dono grande per la nostra comunità che vogliamo accogliere con sincera riconoscenza e condividere anche con voi che ci seguite da vicino e da lontano”, hanno scritto i frati minimi in un comunicato. Bergoglio è il secondo Pontefice che entra in Sant’Andrea delle Fratte, dopo Giovanni Paolo II, che vi giunse in visita pastorale il 28 febbraio 1984. Il quadro della Vergine, “opera straordinaria del siciliano Natale Carta – hanno ricordato i frati nella nota – ritrae l’Immacolata della Medaglia Miracolosa, apparsa in questa stessa basilica all’israelita Alfonso Ratisbonne, convertendolo a Cristo. Era il 20 gennaio 1842, 175 anni fa. Lo stesso quadro in occasione dell’inizio delle celebrazioni del 175° è stato esposto nella basilica vaticana per il Te Deum del 31 dicembre e per la messa del 1° gennaio. La parrocchia di Sant’Andrea delle Fratte appartiene all’ordine dei frati minimi di San Francesco di Paola, per concessione di Sisto V con bolla 7 agosto 1585″.