“L'Occidente snatura il Natale”

Ai nostri tempi, specialmente in Europa, assistiamo a una specie di 'snaturamento' del Natale: in nome di un falso rispetto di chi non è cristiano, che spesso nasconde la volontà di emarginare la fede, si elimina dalla festa ogni riferimento alla nascita di Gesù”. E' l'accusa che Papa Francesco rivolge all'Occidente nel corso dell'Udienza generale del mercoledì, svolta all'interno dell'Aula Paolo VI, in Vaticano. Ai tanti pellegrini provenienti da ogni parte del mondo che affollano la Sala Nervi, il Pontefice spiega come il mistero dell'incarnazione sia “l’unico vero Natale!”. E rimarca: “Senza Gesù non c’è Natale. E se al centro c’è Lui, allora anche tutto il contorno, cioè le luci, i suoni, le varie tradizioni locali, compresi i cibi caratteristici, concorre a creare l’atmosfera della festa”. E ammonisce: “Se togliamo Lui, la luce si spegne e tutto diventa finto, apparente“. 

Il senso del Natale

Il presepe e, soprattutto, “la liturgia, con le sue Letture bibliche e i suoi canti tradizionali, ci hanno fatto rivivere l’oggi in cui 'è nato per noi il Salvatore, il Cristo Signore'”. Ed è attraverso l’annuncio della Chiesa, afferma Bergoglio, che i credenti sono “guidati a cercare e trovare la vera luce, quella di Gesù che, fattosi uomo come noi, si mostra in modo sorprendente: nasce da una povera ragazza sconosciuta, che lo dà alla luce in una stalla, col solo aiuto del marito… Il mondo non si accorge di nulla, ma in cielo gli angeli esultano!“. E alla stesso modo, anche oggi, Cristo si presenta al mondo “come il dono di Dio per l’umanità che è immersa nella notte e nel torpore del sonno (cfr. Is 9,1)”. Poi ammonisce: “Ancora oggi assistiamo al fatto che spesso l’umanità preferisce il buio, perché sa che la luce svelerebbe tutte quelle azioni e quei pensieri che farebbero arrossire o rimordere la coscienza. Così, si preferisce rimanere nel buio e non sconvolgere le proprie abitudini sbagliate”.

Accogliere il dono di Dio

Papa Bergoglio domanda “cosa significhi accogliere il dono di Dio che è Gesù“. E risponde: “Significa diventare quotidianamente un dono gratuito per coloro che si incontrano sulla propria strada. Ecco perché a Natale ci scambiamo i doni”. Ma il “vero dono per noi è Gesù”. E, parafrasando San Paolo (cfr. Tt 2,11-12), aggiunge: “La grazia di Dio è apparsa in Gesù che la Vergine Maria ha dato alla luce come ogni bambino di questo mondo”. Non è venuto “dalla terra”, bensì “dal Cielo”; “in questo modo, con l’incarnazione del Figlio, Dio ci ha aperto la via della vita nuova, fondata non sull’egoismo ma sull’amore”.

Dio visita la storia dell'uomo

Infine, il Santo Padre si sofferma su un altro importante aspetto del Natale: nel mistero dell'incarnazione “possiamo vedere come la storia umana, quella mossa dai potenti di questo mondo, viene visitata dalla storia di Dio“. Egli coinvolge quelli che sono confinati ai margini della società, rendendolo “i primi destinatari del suo dono”, ovvero la salvezza portata da Gesù”. E aggiunge: “Con i piccoli e i disprezzati Cristo stabilisce un’amicizia che continua nel tempo e che nutre la speranza per un futuro migliore“. Nel Vangelo, spiega il papa, queste persone sono rappresentate dai pastori di Betlemme. “Con loro, in ogni tempo, Dio vuole costruire un mondo nuovo in cui non ci sono più persone rifiutate, maltrattate e indigenti”, afferma. Quindi conclude: “Gesù è il dono di Dio per noi e, se lo accogliamo, anche noi possiamo diventarlo per gli altri, prima di tutto per coloro che non hanno mai sperimentato attenzione e tenerezza. Così Gesù viene a nascere ancora nella vita di ciascuno di noi e, attraverso di noi, continua ad essere dono di salvezza per i piccoli e gli esclusi“.