Chiesa Maronita libanese: “Urge una nuova legge elettorale che rappresenti tutti i cittadini”

Libano

Appello pressante dei vescovi maroniti in Libano alle istanze politiche nazionali per l’adozione di una nuova legge elettorale. Gli alti prelati della chiesa nata dalla tradizione antiochena libanese sono tornati a chiedere un testo legislativo che “garantisca la giusta rappresentanza di tutti i cittadini, sulla base della coesistenza e della democrazia che caratterizzano il nostro sistema politico”.

Un sistema elettorale antiquato

Il sistema elettorale libanese attualmente in vigore è stato istituito nel 1989, dopo gli Accordi di Taif che sancirono la fine della guerra civile. La norma stabilisce che metà dei 128 deputati del Parlamento siano cristiani (in gran parte maroniti), e l’altra metà sia formata da parlamentari musulmani e drusi, gruppo etnoreligioso costituito dai seguaci di una religione monoteista di derivazione musulmana sciita.

La stampa libanese attribuisce attualmente al Presidente Michel Aoun l’intenzione di appoggiare un sistema proporzionale puro, mentre – riporta l’Agenzia Fides interpellata da esponenti politici di alcune formazioni politiche cristiane – il Partito sciita di Hezbollah punterebbe a riconsiderare l’attuale distribuzione dei seggi al fine di garantire una maggiore rappresentanza alla componente sciita della popolazione libanese che sembrerebbe in aumento nel Paese.

L’assenza di dati statistici precisi

Difficile però confermare l’ipotesi di Hezbollah. Dal 1932 infatti non sono più stati eseguiti in Libano censimenti ufficiali a causa della grande “sensibilità” dei libanesi nei confronti dei rapporti numerici fra le varie confessioni religiose. Lo Stato riconosce ufficialmente 18 confessioni. Sulla base di nuovi dati, infatti, i rapporti di forza cambierebbero e di conseguenza andrebbe cambiata anche la costituzione e quanto in essa previsto per la vita politica libanese.

La Chiesa contro la corruzione endemica

Durante l’ultima riunione mensile dei vescovi maroniti, il Patriarca Bechara Boutros Rai, riferendosi alla preoccupante situazione economica del Paese, ha ribadito come il Libano abbia bisogno di una stretta e rinnovata collaborazione tra settore pubblico e privato al fine di promuovere la diffusione di una cultura del bene comune e combattere la corruzione e l’evasione fiscale, piaghe endemiche nel Paese dei Cedri.