Libano: Stop alla vendita di beni immobiliari cristiani ai musulmani

Nella municipalità di Hadath, inserita nel distretto urbano di Baabda – parte dei sobborghi meridionali di Beirut in Libano – le autorità locali confermano le disposizioni amministrative miranti a impedire che le terre e le case appartenenti a proprietari cristiani siano vendute ad acquirenti musulmani. In quell’area urbana si è assistito nel recente passato a un crescente attivismo immobiliare da parte di esponenti della comunità mussulmana sciita, che puntano ad acquisire terre e proprietà appartenenti a famiglie cristiane maronite. Lo riportano le fonti locai a Fides. Il sindaco George Aoun, nei giorni scorsi, ha confermato in alcune dichiarazioni rilasciate a media locali che lui e la sua squadra di collaboratori hanno scelto di prolungare le disposizioni entrate in vigore fin dal 2010 per cercare di mantenere inalterati i fragili equilibri demografici in quell’area urbana. Tali misure – ha sottolineato George Aoun – rispondono allo spirito della Costituzione libanese, in quanto la tutela della componente cristiana da ogni minaccia di erosione rappresenta di per sé un contributo essenziale a garantire la pacifica coesistenza inter-religiosa nella società libanese, preservandola da tensioni e conflitti settari. Il sindaco George Aoun ha anche riferito che le scelte dell’amministrazione municipale di Hadath a tutela degli equilibri demografici locali godono del sostegno del Presidente libanese Michel Aoun (cristiano maronita), del leader sciita Hassan Nasrallah (capo del partito Hezbollah) e del Presidente del Parlamento Nabih Berri, anche lui sciita. 

La statua a Papa Francesco

Proprio a Hadath, il 14 marzo 2018, fu inaugurata la prima statua dedicata a Papa Francesco in Libano e in tutto il Medio Oriente. La scritta che compare vicino alla statua riporta le parole con cui il Pontefice ha invitato i cristiani mediorientali a rimanere nelle terre dove sono nati, per confessare la propria fede in Cristo e offrire nel Suo nome il proprio contributo alla convivenza pacifica in tutto il Medio Oriente.