“Lezioni di Bibbia? Faccio causa alla scuola”

Molto spesso il concetto di laicità viene confuso con quello, ben diverso, di laicismo. Non di rado, poi, quest'ultimo sfocia nell'intolleranza religiosa. Si moltiplicano i casi in cui i simboli cristiani vengono banditi nei luoghi pubblici. Chi non rinuncia alla dimensione pubblica della propria fede rischia persino di finire a processo

I fatti

L'ultimo episodio arriva direttamente da oltreoceano, dove un madre ha denunciato la contea di residenza per aver organizzato un ciclo di lezioni sulla Bibbia nella scuola di sua figlia. Il programma didattico, chiamato “Bible in Schools”, era attivo nell'istituto scolastico da più di 30 anni. La denuncia fatta dalla madre dell'alunna ne ha comportato la sospensione lo scorso anno.

Le lezioni

Il programma consisteva in lezioni dalla durata di trenta minuti ogni settimana incentrate sulla Bibbia e indirizzate agli studenti delle scuole elementari. Per quelli delle medie, invece, le lezioni duravano 45 minuti. Gli insegnanti si soffermeranno anche sulla crocifissione, i Dieci Comandamenti, Mosè e altri temi che riguardano la fede cristiana. “Bible in Schools” è stato finanziato privatamente da un'organizzazione senza fini di lucro, la Bluefield Bible Study Fund.

La causa

La donna che ha sporto denuncia si dichiara agnostica e ha motivato la volontà di non far partecipare la figlia alle lezioni perché intendeva farle conoscere più religioni prima di farle prendere una decisione. Una corte inferiore aveva respinto la richiesta di sospendere il programma avanzata dalla madre. Questa sentenza, però, è stata annullata ieri dal Quarto Circuito della Corte d'Appello statunitense. 

L'appoggio del gruppo laicista

La causa della donna è stata sostenuta dall'associazione “Freedom From Religion Foundation”. I legali del gruppo laicista che l'hanno assistita legalmente hanno chiesto un decreto ingiuntivo contro la Contea ed hanno avanzato domanda per un risarcimento alla signora. Secondo la co-presidente dell'associazione, è necessario che la scuola “metta finalmente fine a queste lezioni bibliche indottrinanti” e si è augurata che “nessuna famiglia dovrebbe soffrire nel modo in cui questa famiglia ha sofferto solo perché non era disposta ad assistere all'ora di religione”.