L'elogio del Papa all'Italia

Ecumenismo, immigrazione, guerre. Su questi tre argomenti si è snodata la conferenza stampa che Papa Francesco ha tenuto ieri in aereo, di ritorno da Ginevra, dove ha partecipato ad un incontro ecumenico con i leader di altre Chiese cristiane.

Intercomunione? “Nessuna frenata

L'ecumenismo è un tema spinoso, che chiama in causa questioni delicate come quella della possibilità della comunione del coniuge protestante. Il Pontefice al giornalista che chiede lumi in proposito non risponde né che sia possibile né che non lo sia. Egli afferma che lo studio in proposito svolto dai vescovi tedeschi “è restrittivo”. Secondo lui “questo sarà un documento orientativo perché ognuno dei vescovi diocesani possa gestire ciò che già il diritto canonico permette”. Sul tema – ci tiene comunque a precisare – “non c’è stata nessuna frenata”.

“Integrare con prudenza”

Dall'ecumenismo all'immigrazione il passo è breve quanto quello che passa da una domanda all'altra. Papa Bergoglio torna a ripetere “che ogni Paese deve fare questo con la virtù propria del governo, cioè con la prudenza. Ogni Paese deve accogliere quanto può, quanti ne può integrare“. E poi sottolinea: “L’Italia e la Grecia sono state generosissime ad accogliere”. Lo sguardo del Santo Padre si sposta poi in Libia, sulle carceri dove vengono rinchiusi gli immigrati, e li paragona ai “lager della seconda guerra mondiale”. L'opinione di Francesco è che il problema dell'Africa si possa risolvere attraverso “investimento e educazione” e smettendo di avere un approccio di “sfruttamento” nei confronti del “continente nero”. Immigrazione che riguarda anche l'America. Il Vescovo di Roma ricorda che “in America Latina lasciano la campagna e vanno nelle grandi città, ma c’è anche una migrazione esterna ad altri Paesi che danno lavoro e su questo io concordo con quello che dicono i vescovi di quei Paesi, mi schiero con loro”. Il Papa torna anche sulla questione del diritto bellico nelle religioni. “Ci sono religioni di guerra? – si chiede -. È difficile capire questo ma ci sono certamente alcuni gruppi piccoli che sono fondamentalisti che cercano la guerra, anche noi cattolici ne abbiamo qualcuno, questo è importante averlo sotto gli occhi”.