Lascia l'Islam: l'amico lo uccide e scappa con la moglie

L'Uganda è uno dei Paesi africani dove si sta assistendo ad un risveglio del fondamentalismo religioso. Pochi anni fa i ricercatori di Porte Aperte l'hanno posizionata al 47esimo posto nella triste classifica sulle persecuzioni subite dai cristiani nel mondo

Una conversione non accettata

Proprio dall'Uganda arriva l'ennesima storia di un cristiano che perde la vita per la sua fede. Una vicenda dai contorni resi ancora più amari dal sospetto che sua moglie ed il suo migliore amico possano aver avuto un ruolo nei fatti che hanno portato poi alla sua morte. La Via Crucis di Abdul Hamza è iniziata quando ha deciso di abbandonare l'Islam per convertirsi al Cristianesimo. Una scelta che la moglie ha dimostrato subito di non accettare, ammonendolo sui pericoli che avrebbe corso la famiglia. 

L'emarginazione

Ma la convinzione di abbracciare la fede cristiana è stata più forte di ogni paura ed Abdul Hamza ha deciso di non tornare indietro, seguito nel suo percorso di conversione dal pastore Canon Kainja. L'abiura, però, è costata all'uomo l'emarginazione nel villaggio in cui viveva e la minaccia di divorzio da parte della consorte. Il padre ha rivelato che anche il resto della famiglia ha accettato con difficoltà la conversione di Abdul, soprattutto per le conseguenze che questo avrebbe comportato nella vita di tutti i giorni dei suoi congiunti.

La trappola

Apparentemente non tutti, però, gli hanno voltato le spalle. Alcuni amici musulmani hanno continuato a frequentarlo. Una sera, secondo quanto racconta il padre, Abdul Hamza è uscito a bere del thè in un locale della sua zona in compagnia di alcuni di loro. Dopo aver sorseggiato dalla sua tazza, l'uomo ha avvertito dei dolori lancinanti allo stomaco. Preso dagli spasmi, Abdul è stato soccorso dal padre che ha chiesto aiuto al reverendo Canon Kainja per portare suo figlio all'ospedale. Qui, però, il neocristiano non ce l'ha fatta ed è morto a seguito di quella che i medici hanno stabilito essere un'intossicazione alimentare dovuta ad avvelenamento. 

La moglie ed il migliore amico

Il principale sospettato dell'omicidio, a quanto dichiara il padre della vittima, risulta essere il migliore amico che non aveva accettato la sua conversione al Cristianesimo. Un sospetto alimentato da quanto poi è accaduto dopo i funerali: come racconta il padre di Hamza, la vedova ha lasciato la casa coniugale e i due figli per trasferirsi a vivere proprio con il migliore amico su cui gravano i maggiori indizi per l'avvelenamento. I due ragazzi, abbandonati dalla madre ed emarginati nel villaggio per l'abiuta paterna, sono oggi affidati alle cure del reverendo Canon Kainja.