La Santa Sede contro gli orchi della Rete

Abusi

Oggi moltissime persone trascorrono gran parte del loro tempo nel mondo virtuale. Alcuni tengono aperti i social network per tutta la giornata attraverso i tab dei browser, o tramite altre applicazioni. In questo modo la vita virtuale diventa sempre più lo spazio nel quale le persone vivono. Queste nuove forme di comportamento stanno ponendo una grande sfida, un’opportunità alla Chiesa e all’annuncio del suo messaggio. Summit in Vaticano per tutelare i minori dalle insidie che si celano nel web. L'incontro di respiro internazionale sulle iniziative da mettere in campo per una efficace protezione della dignità dei minori nel mondo digitale si svolgerà il 14 e il 15 novembre prossimi presso la sede della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, Casina Pio IV, nei Giardini Vaticani. L’incontro si aprirà con l'udienza e il discorso del Papa ai partecipanti, la mattina di giovedì 14 novembre alle 10, nella Sala Clementina, e si chiuderà con un intervento del cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin, venerdì 15 novembre.

Cambiamento di paradigma

In molti ambiti la Chiesa non ha ancora cambiato il proprio paradigma comunicativo, in quanto si preferisce rimanere legati al vecchio schema secondo il quale i mezzi di comunicazione sono come dei megafoni e non come un ambiente da vivere. Finché l’idea di comunicazione apparterrà al passato si continuerà a realizzare una pastorale che parla con un linguaggio non comprensibile alla società attuale e gli sforzi fatti per la costruzione di uffici di comunicazione e di siti web risulteranno inefficaci.

Percezione errata

Il 46% dei ragazzi italiani teme rischi legati al bullismo, ma il 43% di loro soffrirebbe senza i social. Il Miur e Telefono Azzurro hanno firmato un Protocollo d'intesa per l'educazione digitale e il contrasto al cyberbullismoIl rapporto fra gli adolescenti e il web è controverso. Il 43% dei giovani fra i 12 e i 18 anni e ben il 53% delle ragazze si sentirebbe ansioso, agitato o perso se fosse privato per una settimana dei social. Ma il 46% di essi ritiene che i social abbiano effetti negativi quali facilitare il bullismo, diffondere pettegolezzi o contenuti violenti, produrre discriminazione. I dati mettono in luce l’ambivalenza del rapporto fra i giovani e il web. Un rapporto, evidenzia Vita,  innanzi tutto di grande assiduità: il 60% dei ragazzi fra i 12 e i 18 anni passa più di due ore al giorno su social e chat, mentre il 4% è costantemente connesso. Solo il 35% vi trascorre un’ora o meno al giorno. Fra gli aspetti negativi dei social, il 33% ritiene che distraggano dallo studio e dalla vita reale, il 29% sottolinea la mancanza di contatto personale e il 28% ritiene che causino dipendenza. Il 22% dei ragazzi intervistati sostiene che i social facilitino il bullismo, il 20% teme gli adescatori mentre per il 33% il rischio è l’alter ego, ovvero l’illusione di avere molti amici e l’avere una visione poco realistica della realtà. Per il 22% il problema è la privacy: i social possono rovinare la reputazione, c’è il rischio di condivisione delle proprie foto senza consenso.

I rischi di Internet

Incontrare online contenuti negativi succede al 66% dei ragazzi. Il 32% vede immagini o video violenti e il 43% si dichiara molto impressionato dalle immagini drammatiche; il 25% incontra contenuti che incoraggiano a giocare o scommettere soldi, il 23% immagini e video sessualmente espliciti. Le esperienze dirette coinvolgono invece il 57% degli intervistati: il 34% riceve messaggi di estranei, e si sale al 44% per le ragazze 15-18 anni; al 14% è capitata la richiesta di condividere informazioni personali, all’11% di essere incontrati dal vivo dopo un contatto online, e si sale al 16% per i maschi 15-18 anni. Al 7% è capitato di ricevere foto provocanti, l’11% nel caso delle ragazze 15-18 anni. Ma non è tutto nero. Per i ragazzi, sottolinea Vita, i social aiutano a restare connessi con amici e famiglia, a trovare persone nuove o che ci assomigliano, fanno sentire meno soli, connettono con abitudini e culture di tutto il mondo. Un effetto positivo rilevato complessivamente dal 75% degli intervistati, che diventa l’81% se consideriamo solo le ragazze fra i 15 e i 18 anni. Il web consente anche di trovare informazioni e di imparare cose nuove (51%), o di svolgere attività sociali (33%) come confrontare opinioni o chiedere aiuto. Molto chiara è anche la richiesta di intervento da parte degli adulti per una maggiore sicurezza dei ragazzi online. Il 47% del campione vorrebbero che i social bloccassero i contenuti pornografici o violenti, il 34% che si potessero cancellare per sempre foto che possono rovinare la reputazione, il 29% chiede filtri che blocchino l’accesso a certi contenuti secondo l’età.

Cittadinanza digitale

“Ascoltare i giovani è essenziale per comprenderli ed aiutarli. Questo è l’impegno di Telefono Azzurro da oltre 30 anni e questo vale ancora di più quando si parla di web – afferma ancora Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro -. Bambini e ragazzi sono i primi ad adottare le nuove tecnologie, in un periodo in cui stanno ancora definendo i loro valori e la loro identità. Aiutare i giovani ad utilizzare le opportunità del digitale in maniera serena e positiva è un compito che gli adulti devono svolgere non solo confrontandosi, a livello di accademia, istituzioni e imprese, ma dando spazio ai ragazzi stessi, perché siano loro ad indicare rischi e valori positivi del loro rapporto con la rete”. Per questo occorre promuovere la cittadinanza digitale tra i giovani attraverso un percorso formativo che si rivolga ai ragazzi, alle famiglie e agli educatori

Scenario interreligioso

L’incontro del 14 e 15 novembre in Vaticano, riferisce l’Adnkronos, è organizzato in collaborazione fra la Pontificia Accademia delle Scienze Sociali la Child Dignity Alliance e la Interfaith Alliance for Safer Communities, e si pone in continuità con il Congresso mondiale svoltosi alla Pontificia Università Gregoriana nel 2017, 'Child Dignity in the Digital World', e con l’incontro interreligioso svoltosi ad Abu Dhabi nel 2018, 'Interreligious Conference of the Interfaith Alliance for safer Communities: Child Dignity Online'. “L'incontro – spiegano gli organizzatori – non mira solo a richiamare l’attenzione sui problemi, ma ancor più a proporre e sostenere iniziative e azioni concrete“. All’incontro parteciperanno 80 personalità impegnate nel campo: rappresentanti di Organizzazioni internazionali, NGO, Compagnie Tecnologiche, operatori economici, politici, giuristi e leader religiosi. L’Adnkronos segnala gli interventi, nella giornata di mercoledì , di Sheik Saif Bin Zayed al Nahyan, vice primo ministro e ministro degli Interni degli Emirati Arabi Uniti, della Regina Silvia di Svezia, e il messaggio del Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo; giovedì interverranno il Grande Imam di Al-Azhar, Ahmed el-Tayeb, del Rabbi David Rosen, Najat Maalla M’jid, rappresentante speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite per la violenza contro i bambini.

Sviluppi attuali

Ora, anche alla luce dei più recenti sviluppi della società attuale, con l’espandersi delle dinamiche globalizzanti e la pervasività del web, portatori di grandi opportunità e insidie, risulta quasi impossibile immaginare la vita ecclesiale senza la svolta impressa dal Concilio, al di fuori della quale, oggi molto più di allora, tante strutture e tante prassi ecclesiali apparirebbero ormai desuete. Da allora, infatti, la Chiesa è stata inserita in uno stato di continua revisione del suo operato. È un atteggiamento di conversione interiore che costa fatica, e che in più modi può essere ostacolato e accantonato. È più facile, infatti, affermare che ormai il Concilio è terminato ed è stato assimilato; più difficile, invece, è accettare che ancora lo dobbiamo attuare del tutto e che siamo chiamati nuovamente a leggerne i testi e accoglierne le istanze, con spirito disinteressato e libero. Il Vaticano II ha posto, cioè, la Chiesa in uno stato di Concilio permanente, ricordandole che mai può accomodarsi per compiacersi degli obiettivi già raggiunti, o dichiarare ormai conclusa con successo la revisione dei suoi apparati, del suo approccio al mondo e dello spirito con il quale porge il Vangelo all’umanità di oggi.

Sfide e opportunità

È una salutare inquietudine, la stessa che Francesco raccomanda alla Chiesa da quando è stato eletto, e che ci è necessaria per rimanere spiritualmente giovani e gioiosi, e far sì che tutti possano vedere e accogliere la buona notizia, che è il Vangelo. Finché l’idea di comunicazione apparterrà al passato si continuerà a realizzare una pastorale che parla con un linguaggio non comprensibile alla società attuale e gli sforzi fatti per la costruzione di uffici di comunicazione e di siti web risulteranno inefficaci. Francesco può utilizzare, in tema di Internet e social network, uno straordinario patrimonio costruito con i messaggi per le Giornate mondiali delle comunicazioni sociali da san Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Contengono alcune delle più raffinate e profetiche analisi delle sfide, le opportunità e i rischi del mondo digitale. Francesco li legge, li cita, e su queste basi costruisce un vasto programma per evangelizzare i giovani delle generazioni digitali. Con l’espansione e la globalizzazione di Internet negli anni Novanta, il panorama cambiò radicalmente. Il fenomeno della globalizzazione influenzò tutte le sfere della vita della persona. Questa nuova realtà presentò nuove opportunità e nuove sfide.

Mistica ed evangelizzazione

Il paradigma della comunicazione nella vita degli esseri umani si trasformò, si smise di parlare di mezzi o di strumenti di comunicazione di massa. Giovanni Paolo II, all’inizio degli anni Novanta, fece notare che la Chiesa stava assistendo alla trasformazione degli strumenti di comunicazione sociale, che iniziavano ad essere concepiti come un ambiente che la Chiesa deve abitare ed evangelizzare. La Chiesa è stata sempre molto avveduta nel discernere ed accogliere gli strumenti più opportuni, secondo la regola aurea “est modus in rebus”, per annunciare la Buona Novella. Anche oggi è necessario proseguire su questa linea. Quindi il futuro dell’evangelizzazione e della mistica cattolica consisterà sempre di più nel fare rete con le emittenti radiotelevisive del territorio, con una presenza sui social network e internet.