La rivoluzione verde dei Vescovi belgi

Il Sinodo sull'Amazzonia si avvicina e Papa Francesco ha chiesto che il 1 settembre sia riconosciuto come Giornata Mondiale di Preghiera per la salvaguardia del Creato, auspicando che gli oltre trenta giorni che anticipano il Sinodo siano vissuti come “stagione della Creazione” per terminare idealmente il 4 ottobre, in cui la Chiesa celebra San Francesco d'Assisi. Alla richiesta del Pontefice hanno subito risposto i Vescovi del Belgio, che ieri hanno pubblicato una lettera, affermando di voler approfondire e tradurre in atti concreti “la nostra vocazione di custodi della creazione di Dio” in unione con tutte le Chiese cristiane. 

Questione cristiana

Facendo appello all'enciclica Laudato sì, i Vescovi hanno ricordato l'impegno a prendere sul serio la ricerca che la famiglia umana sta compiendo verso un'ecologia integrale: “La questione ecologica – scrivono gli episcopati – è, prima di tutto, una questione sociale: non si tratta di due domande parallele, ma di due questioni sovrapposte perché, come dice il Papa, tutto è collegato”. In secondo luogo, i Vescovi hanno ricordato come “La questione ecologica riguardi la nostra fede cristiana“, facendo eco alle parole del  Papa che invita a una conversione ecologica “che implica di lasciare stillare tutte le conseguenze del nostro incontro con Gesù Cristo attraverso il mondo che ci circonda”. Secondo i Vescovi del Belgio, l'enciclica “verde” di Papa Francesco pone attenzione su tutti quegli atteggiamenti che ostacolano soluzioni, negano il problema e portano all'indifferenza, che diventa l'anticamera per la “facile rassegnazione o la fiducia incondizionata nelle soluzioni tecniche”. 

La paura come ostacolo

Probabilmente la Conferenza episcopale fa riferimento all'onda verde che ha scosso le più grandi città europee, quando menziona la paura che le marce sul clima, spesso appoggiate dai più giovani, hanno scatenato presso le comunità abituate a un'idea sbagliata di benessere: “che si tratti di paura legata alle incertezze di un cambiamento così importante o alla paura di un declino del tenore di vita della nostra società opulenta dato per scontato, dobbiamo tener conto della nostra impronta sugli ecosistemi e sulla vita nella popolazione del Sud del mondo”. 

Emergenza estinzione

Il documento sottolinea, inoltre, che il rapporto delle Nazioni Unite sulla biodiversità presentato a maggio scorso ha tracciato un quadro drammatico sui biomi del pianeta: a livello mondiale, infatti, circa un ottavo delle specie animali e vegetali è a rischio estinzione e “solo un cambiamento radicale di tutti i settori della società può invertire questo processo. I nostri governanti e politici hanno una grande responsabilità”. Cinque anni sono la metà del tempo assegnato per cercare di ridurre le emissioni globali di CO2 del 50%. Il 23 settembre prossimo i leader mondiali sono attesi a New York per un summit sul clima che riveda gli obiettivi climatici che l'Unione Europea si è prefissata “per salvare la vita delle generazioni attuali future” scrivono i Vescovi. 

Dalla parte dei fragili

Per i Vescovi, non c'è dubbio che bambini e giovani siano preoccupati da questa minaccia: “Per diversi mesi, le nuove generazioni hanno istituito il movimento per il clima per garantire che le raccomandazioni degli scienziati venissero prese seriamente in considerazione e tradotte in politiche climatiche efficaci ed eque da un punto di vista sociale. La Conferenza episcopale chiede che i nuovi processi non creino nuove forme di povertà o disuguaglianza, al contrario includano i più vulnerabili entro un cammino orientato al benessere e alla prosperità per tutti i popoli della Terra: “Questo accadrà se vietiamo la povertà, condividiamo il mondo,trasformiamo l'economia, proteggiamo la natura e viviamo entro i limiti ecologici di un pianeta sano, seguendo i dettami fornitici dagli scienziati che possono dirci come raggiungerlo”.

Appello ai cristiani

Rifacendosi all'enciclica del Pontefice, i Vescovi hanno invitato tutta la comunità cristiana del Paese a progredire nella conversione ecologica e a vivere secondo un concetto di sobrietà felice, quella che nella nota è chiamata “etica della sufficienza“: “Ci appelliamo alle parrocchie, le associazioni, le organizzazioni e le istituzioni affinché intensifichino i loro sforzi per stabilire un piano climatico e abbassare le loro emissioni di carbonio, in uno sforzo che tenga conto della preoccupazione per la cura del Creato e della vita di tutte le comunità. Il documento si conclude con un invito diretto ai cristiani: “suggeriamo loro di lavorare a questi argomenti in gruppo” per trovare soluzioni concordi che le sfide ambientali impongono.