“La legge sulle Dat è ideologica e controversa”

La Legge sulle Dat, ovvero sul consenso informato e alle disposizioni anticipate di trattamento, è “ideologica e controversa”, soprattutto “nel suo definire come terapia sanitaria l’idratazione e la nutrizione artificiale o nel non prevedere la possibilità di obiezione di coscienza da parte del medico”. E' quanto affermano i Vescovi italiani riuniti nel Consiglio permanente della Cei, concluso ieri. Come si legge nel comunicato finale diffuso oggi, “nel riaffermare la centralità dell’alleanza tra medico e paziente, il Consiglio permanente ha ribadito l’impegno culturale della Chiesa nel servizio alla vita come pure nella prossimità alla persona esposta alla massima fragilità”.

Rivolti all'Europa

Tanti i temi affrontati nel corso di questi giorni, come aveva già accennato il presidente della Cei, il cardinal Gualtiero Bassetti durante la sua prolusione. E non è  mancato uno sguardo al Vecchio Continente: “L’Europa – in particolare sotto il profilo che il contributo cristiano può assicurare al Continente – è stata oggetto anche di un’informativa, relativa a un’iniziativa promossa lo scorso ottobre dalla Comece e dalla Segreteria di Stato”. Secondo la Cei, “per superare il clima di diffuso scetticismo che negli Stati membri accompagna il progetto europeo, si intuisce l’esigenza di maturare una visione comune da parte dei diversi Episcopati, in ordine a questioni rilevanti per la persona e la vita sociale, come pure circa l’orientamento di fondo sul futuro del Continente”. E hanno aggiunto: “Nel contempo si avverte che il cammino di unificazione europea deve poter coinvolgere l’intera comunità ecclesiale, nella sua capacità di maturare un giudizio storico e un atteggiamento condiviso, da cui far discendere una corrispondente opera educativa”. Tra i temi dibattuti, anche quelli relativi alle prossime elezioni politiche, sulle quali mons. Galantino ha espresso dei chiarimenti.

Galantino: “Non disertare le urne”

“Quanto il cardinale Bassetti, nella sua prolusione, invita a superare ogni forma di ideologia, non disegna nessun percorso politico, né di ‘Grosse’ né di ‘Kleine Koalition”. Galantino ha poi aggiunto: “Conosciamo tutti i danni che fanno le ideologie e gli ideologismi: qualunque persona di buon senso può chiedere che le ideologie non la facciano da padrone”. Per il Segretario della Cei “nessuno è in grado di prevedere cosa succederà” con questa tornata elettorale: per questo la Chiesa italiana “né indica alcuna prospettiva, né dà giudizi su posizioni probabili o esistenti”. Il presule ha poi fatto suo l'invito del Presidente della Repubblica Mattarella “a non disertare le urne, perché è un diritto e un divere della Chiesa partecipare agli orientamenti che il Paese deve avere rispetto a temi e fatti importanti”. L’invito ad andare a votare, per Galantino, deve riguardare soprattutto i giovani, che “non possono e non devono accontentarsi del sentito dire, della reazione emotiva a questa o a quella notizia, perché sappiamo bene come le notizie possano essere corrotte o manipolate”. Quanto ai candidati, per il segretario generale della Cei “è un fatto positivo che molte persone vogliano mettersi in gioco, soprattutto se c’è la voglia di servire e non di servirsi della politica”. Di qui l’impegno, per la Chiesa italiana, ad offrire “un cammino di formazione e di responsabilità personale” per chi “vuole mettersi in gioco in politica”.

“Speculare sulla paura è peccato”

In vista delle prossime elezioni, “la Chiesa chiede quello che chiederebbe ogni cittadino: onestà, personale e di gruppo; realismo, perché bisogna guardare negli occhi i problemi ma anche le speranze delle persone; umiltà, che implica la capacità di saper riconoscere le proprie capacità e di mettere in comune con gli altri”. Ai candidati alle prossimi elezioni, mons. Galantino ha chiesto “un sussulto di onestà, realismo e umiltà” e si è soffermato “sull’importanza della moralità, che non è da applicare solo al sesto o al nono comandamento”. In questa prospettiva, ha ammonito il segretario generale della Cei, “è immorale dire e fare promesse che si sa di non potere, o addirittura volere promettere”. “È immorale giocare sulla paura”, ha proseguito, ricordando sulla scorta del Papa che “farsi condizionare dalla paura è male, ma speculare sulla paura è peccato”. La moralità, per Galantino, “è un impegno che deve toccare tutti quanti”, non solo i politici: “tutti ci rendiamo conto se le proposte che vengono fatte siano minimamente realizzabili o no”, ha affermato commentando l’attuale campagna elettorale che ha definito “una campagna abolizionista”.

Ricostruire il Paese

Commentando poi parole pronunciate dal Cardinal Bassetti nel corso della sua prolusione. “La triplice urgenza (morale, spirituale e sociale) di ricostruire il Paese”, ha fatto notare il Segretario, “interpella tutti: i politici, i futuri nostri governanti, ma anche la Chiesa”, ed è “la chiave per leggere il tipo di presenza e la modalità del suo intervento”. Poi ha aggiunto: “La Chiesa si è sempre interessata all’Europa”, ha detto Galantino rispondendo ad una domanda in merito, in cui ha precisato che al dovere dell’interesse e della partecipazione ai destini dell’Unione europea si accompagna anche “la volontà di non subirne le voglie abbandonandosi al potente di turno”. I vescovi italiani, in altre parole, auspicano che “l’Unione europea possa essere un luogo di confronto, ma a partire da quelli che sono i bisogni e le necessità reali. Coloro che si impegnano da politici in Europa devono recuperare autorità e poteri decisionali di fronte a lobby che decidono di orientare il Continente non solo in senso economico, ma anche valoriale. Bisogna recuperare autorità, ma l’autorità la si recupera se si ha autorevolezza”.

Nuovo Messale e nuova traduzione del “Padre nostro”

 Il Consiglio permanente ha anche stabilito di convocare un’Assemblea straordinaria in autunno (12-14 novembre 2018) durante la quale “sarà sottoposta all’approvazione dei Vescovi la terza edizione del Messale Romano nel suo complesso e, contestualmente, si procederà alla decisione circa l’introduzione della nuova formulazione del Padre nostro nella liturgia e nella preghiera personale”. Dunque, il versetto “Non abbandonarci alla tentazione” sarà mutato in “Non indurci in tentazione”. Una traduzione che “è già inserita nella traduzione della Bibbia Cei del 2008”, ha precisato Galantino, facendo notare “che la questione del Padre Nostro non è all’attenzione solo dei vescovi italiani, ma anche di altri episcopati”. La nuova versione del Padre Nostro, ha spiegato sarà resa obbligatoria con la revisione del Messale romano, in corso già da qualche tempo: “Appena sarà pronta, si inserirà la nuova locuzione”, che nel frattempo già sentiamo pronunciare nelle nostre chiese. Quanto alla decisione, a partire dal prossimo Consiglio permanente, di non fare più la prolusione del cardinale presidente, Galantino ha spiegato che Bassetti “farà un’introduzione per i vescovi dei temi all’ordine del giorno” e poi i giornalisti verranno convocati per la conclusione dei lavori, “in cui saranno raccolte le istanze di tutti i vescovi”, e per la conferenza stampa finale.

 

Via libera all’Incontro per la pace nel Mediterraneo

“Far incontrare culture e popoli, stimolando anche l’Europa a sentire maggiormente la realtà del Mare Nostrum”. È questo l’obiettivo dell’Incontro di riflessione e di spiritualità per la pace nel Mediterraneo, proposto dal presidente della Cei, il card. Gualtiero Bassetti, e che “ha suscitato un consenso unanime e convinto” del Consiglio permanente. L’iniziativa, come si legge nel comunicato, “intende collocarsi idealmente nel solco della visione profetica di Giorgio La Pira” e sarà attuata “coinvolgendo i vescovi cattolici di rito latino e orientale dei Paesi che si affacciano sulle sponde del Mediterraneo”, “a partire dalla valorizzazione di alcuni luoghi a forte valenza simbolica”. “Uno sguardo di particolare attenzione – prosegue il comunicato – il Consiglio ha chiesto che sia posto per la Terrasanta, per Israele e Palestina”. “La proposta – affermano i vescovi – nasce dalla constatazione di come da diversi anni l’area mediterranea sia al centro di profonde crisi, che coniugano instabilità politica, precarietà economica e tensioni religiose: dal Medio Oriente alle coste africane, dai Balcani alla Spagna”. La Conferenza episcopale italiana “intende muoversi per favorire la conoscenza diretta, condizione che consente una lettura profonda delle situazioni, la difesa delle comunità cristiane perseguitate, la promozione del bene della pace e la tutela della dignità umana”.