La difficile logica del perdono

Dobbiamo perdonare i nemici“, “lo diciamo tutti i giorni nel Padre Nostro; chiediamo perdono come noi perdoniamo: è una condizione” necessaria anche se tutt'altro che facile. Com pure “pregare per gli altri”, per “quelli che ci danno difficoltà,” “che ci mettono alla prova: anche questo è difficile, ma lo facciamo. O almeno, tante volte siamo riusciti a farlo. Ma pregare per quelli che vogliono distruggermi, i nemici, perché Dio li benedica: questo è veramente difficile da capire“. E' la riflessione di Papa Francesco durante l'omelia della Messa quotidiana a S. Marta, sviluppata sul quinto capitolo di Matteo. “Pensiamo al secolo scorso – ha proseguito il S. Padre, citando gli orrori delle due grandi dittature, comunista e nazista – I poveri cristiani russi che per il solo fatto di essere cristiani erano mandati in Siberia a morire di freddo: e loro dovevano pregare per il governante boia che li mandava lì? Ma come mai? E tanti lo hanno fatto: hanno pregato. Pensiamo a Auschwitz e ad altri campi di concentramento: loro dovevano pregare per questo dittatore che voleva la razza pura e ammazzava senza scrupolo, e pregare perché Dio li benedicesse! E tanti lo hanno fatto”.

Del resto, ha sottolineato il Papa, è la “logica difficile” di Gesù che perdona i suoi carnefici. E' la logica di tanti martiri nel corso dei secoli, a cominciare da Stefano: “Ma quanta distanza, un’infinita distanza fra noi che tante volte non perdoniamo piccole cosine, e questo che ci chiede il Signore e di cui ci ha dato esempio: perdonare coloro che cercano di distruggerci. Nelle famiglie è tanto difficile, a volte, perdonarsi i coniugi dopo qualche disputa, o perdonare la suocera, anche: non è facile. Il figlio, chiedere il perdono al papà, è difficile. Ma perdonare coloro che ti stanno ammazzando, che vogliono farti fuori … Non solo perdonare: pregare per loro, perché Dio li custodisca! Di più: amarli. Soltanto la parola di Gesù può spiegare questo. Io non riesco ad andare oltre”.

Occorre pertanto chiedere la grazia di “capire qualcosa di questo mistero cristiano e essere perfetti come il Padre che tutti i suoi beni dà ai buoni e ai cattivi. Ci farà bene, oggi, pensare a un nemico – credo che tutti noi ne abbiamo qualcuno – uno che ci ha fatto del male o che ci vuole fare del male o che cerca di fare del male: a questo. La preghiera mafiosa è: 'Me la pagherai'. La preghiera cristiana è: 'Signore, dagli la tua benedizione e insegnami ad amarlo'. Pensiamo ad uno: tutti noi ne abbiamo. Pensiamo a lui. Preghiamo per lui – ha concluso il Papa – Chiediamo al Signore di darci la grazia di amarlo”.