Kazakistan: prete processato per aver pregato con i bimbi al campo estivo

Ad Astana, capitale del Kazakistan, un sacerdote ortodosso è stato accusato di aver violato la legge sulle “Attività e associazioni religiose” per aver tenuto incontri di carattere religioso in “luoghi non registrati”, vale a dire durante un campo estivo parrocchiale in montagna.

Il campo estivo sotto accusa

Lo scorso 14 agosto, Vladimir Vorontsov, rettore della parrocchia della chiesa della Natività della Santissima Madre di Dio, si è presentato alla prima udienza nel villaggio di Merke (nel sud del Paese).

Secondo la ricostruzione degli eventi fatta da Asia News, una fonte anonima avrebbe riferito alla polizia che Vorontsov, insieme a dei bambini e alcuni genitori del gruppo della scuola domenicale, stava tenendo degli incontri di preghiera in un campo ricreativo in montagna. A causa di questa segnalazione, il 2 agosto scorso alcuni rappresentanti dell’amministrazione insieme alla polizia e a dei membri del Comitato nazionale di sicurezza (Knb) locale hanno invaso il campo per un’ispezione.

In un primo momento, il sacerdote è stato accusato di estremismo, detenzione illegale di minori e contrabbando di letteratura religiosa. Gli ufficiali hanno cercato di interrogare i bambini, e solo una telefonata al vicecapo dell’amministrazione regionale li ha convinti a ridurre gli sforzi e andarsene, permettendo ai partecipanti di continuare la loro vacanza.

La legge sulle minoranze religiose

Due giorni dopo, Vorontsov ha ricevuto la notifica per la violazione amministrativa e il 6 agosto è stato convocato a corte per aver tenuto incontri religiosi in luoghi inappropriati. Secondo la legge kazaka, infatti, tutti i riti devono essere celebrati in luoghi di culto.

In base ad essa, le minoranze religiose (come gli ortodossi e i cattolici) sono in modo sistematico sottoposte a multe e arresti amministrativi per aver pregato all’interno di condomini. Ma – evidenzia l’organo di informazione delle Pontificie Opere Missionarie – è la prima volta che una simile misura viene applicata a un rappresentante della Chiesa ortodossa, seconda comunità in Kazakhstan per numero di fedeli.

In un’intervista con Esquire.kz, Vorontsov ha sostenuto che alle autorità non piace che egli abbia intrapreso iniziative come la scuola domenicale e si sia opposto all’abbattimento di alcuni alberi antichi. Tuttavia, per Vorontsov non si tratta di “oppressione su base nazionale e religiosa”, ma di una sbagliata interpretazione della normativa: “Mi affido ancora alle leggi del mio Paese.”

I cristiani kazaki

I cristiani ortodossi sono la seconda comunità religiosa del Paese dopo i musulmani della scuola hanafita. Dei 3.464 edifici religiosi registrati nella Repubblica, 2.550 sono moschee, 294 chiese ortodosse e 198 cattoliche. Di recente il Kazakhstan ha rafforzato i controlli sulle religioni per ostacolare l’insorgere del radicalismo.