Istituito un fondo di solidarietà per la Chiesa africana

Africa

In Africa, sempre più persone si convertono alla fede cattolica. L'intero continente “deve far fronte a barriere sociali ed economiche derivanti dal debito enorme, epidemie, povertà estrema, e disordini politici. Nonostante queste sfide, la Chiesa in Africa è quasi triplicata come numero di fedeli negli ultimi 30 anni. Tuttavia, è difficile per questa comunità di credenti “sostenere la sua crescita e mantenere un essenziale impegno pastorale”. E' quello che sostiene la Conferenza Episcopale degli Stati Uniti che per ovviare a questa problematica hanno istituito il Fondo di Solidarietà per la Chiesa in Africa.

Raccolto l'appello di Wojtyla

Come riporta l'Agenzia FIdes, si tratta di un’iniziativa “fondata sui principi dell’appello lanciato da San Giovanni Paolo II nell’Esortazione Apostolica Post-Sinodale Ecclesia in Africa e della messa in pratica della dichiarazione “Un appello di Solidarietà con l’Africa” dei Vescovi degli Stati Uniti. Il Fondo fornisce sovvenzioni per finanziare progetti pastorali tra cui programmi di sensibilizzazione e di evangelizzazione, scuole e formazione per il clero e i ministri laici. La nostra solidarietà è necessaria per aiutare la Chiesa “sale della terra” in Africa a realizzare il suo potenziale come “luce del mondo”.

I progetti

Uno dei progetti finanziati attraverso una sovvenzione del Fondo di solidarietà per la Chiesa in Africa (Sfca), si legge in una nota, “è il Centro Naomi di Kisantu, nella Repubblica Democratica del Congo, per fornire formazione professionale ed educazione religiosa ai giovani migranti e alle madri analfabete. Kisantu ha un'alta popolazione di migranti e rifugiati di guerra provenienti dai Paesi confinanti, e così il centro lavora per creare opportunità per giovani madri e migranti indifesi, con programmi di alfabetizzazione e di sviluppo che offrano la speranza di una vita dignitosa. Con il finanziamento aggiuntivo da parte dell'Sfca, il Centro Naomi offrirà corsi di alfabetizzazione, cucito e di “Life Skills” per rafforzare l'autostima e l'esperienza lavorativa per 140 donne. Nonostante il vasto numero di preziose risorse naturali, la Repubblica Democratica del Congo è uno dei Paesi più poveri del mondo. Molti non hanno accesso ad acqua potabile, a strutture sanitarie adeguate, a servizi sociali di base, come l'istruzione o l'assistenza sanitaria. Il tasso di analfabetismo nel paese è alto e colpisce soprattutto le donne. Inoltre, molti migranti e rifugiati di guerra immigrano in Congo, mettendo a dura prova risorse già scarse”.