India, i giovani cattolici marciano per la pace

In migliaia si sono dati appuntamento a Manglore per pregare, riflettere e manifestare per la pace in Karnataka, stato indiano attraversato da violenze anticristiane a causa delle presenza di gruppi e movimenti estremisti. Come riferisce l’Agenzia Fides, il corteo per la pace che raccoglieva più di 10.000 giovani cattolici provenienti da tutta la nazione ha sfilato per le strade del distretto indiano al termine dell’assemblea dell’India Catholic Youth Movement, che con questa marcia ha voluto in tal modo lanciare un messaggio di pace e armonia, nella diversità etnica e religiosa della nazione. “L’India è una nazione che accoglie culture e identità diverse”, ha sottolineato padre Asis Parichha, sacerdote dell’arcidiocesi di Cuttack-Bhubaneswar, in Orissa, anche lui tra i partecipanti alla marcia

Al corteo era presente anche l’Arcivescovo Bernard Moras, alla guida della città di Bangalore, capitale dello stato di Karnataka. E’ stato lui ad avviare la marcia, iniziata dalla Cattedrale della Madonna del Rosario. Il corteo ha simbolicamente chiuso il X Convegno nazionale giovanile, dove i ragazzi si sono incontrati per confrontarsi su temi di attualità, dialogando anche con i leader ecclesiali e civili che con gioia ed entusiasmo hanno preso parte agli incontri.

Tra i politici presenti quest’anno, alcuni esponenti del governo del Karantaka e anche il giudice cattolico Joseph Kurian, magistrato della Corte Suprema dell’India, ospite d’onore della cerimonia conclusiva del convegno. Kurian ha rimarcato l’importanza di difendere “i diritti e i valori costituzionali che appartengono a ogni cittadino dell’India. Siamo nati in questa terra e siamo dunque indiani, poi siamo cristiani cattolici. Tutti gli indiani, a prescindere dal loro credo, sono depositari di diritti costituzionali e hanno anche il dovere di rispettare la Costituzione” ha affermato. Il giudice ha invitato i giovani a partecipare alla costruzione della nazione “per stabilire il regno di Dio sulla terra“, esortandoli ad essere “cittadini responsabili” e “promotori e protagonisti di un cambiamento”.

Bernard Moras, vescovo di Bangalore, ha ricordato ai giovani che “abbiamo il diritto fondamentale di professare la nostra fede e nessuno può privarcene”, affermando che “bisogna essere uniti, promuovere la giustizia e difendere i valori cristiani”. Sulla stessa scia si pone anche il Vescovo di Mangalore, Aloysius Paul D’Souza, che ha consigliato ai giovani di seguire la via di Gesù: “Portare la luce del Cristo nella vostra regione e farla brillare con la vostra vita”.

Al termine della marcia i rappresentanti politici si sono congratulati con i giovani cattolici per la disciplina mostrata e hanno ringraziato i cristiani per la formazione di alta qualità che garantiscono ai giovani indiani nelle scuole cattoliche di ogni ordine e grado esistenti in India. “Servire Dio e servire la nazione sono complementari: i giovani usano i talenti ricevuti per servire l’umanità”, ha detto a conclusione dell’evento Oscar Fernandes, un politico locale.