In Sri Lanka le religioni unite per la pace

Si chiamerà “Consiglio per la riconciliazione tra le religioni” ed avrà l'obiettivo di costruire la convivenza tra le religioni in Sri Lanka. A due mesi dai sanguinosi attentati suicidi avvenuti nelle chiese cristiane di Sant'Antonio a Colombo e di San Sebastiano flagellato a Negombo, nella chiesa protestante di Sion a Batticaloa e in tre hotel della città di Colombo, il primo ministro del Paese, Ramil Wickremesinghe ha annunciato l'istituzione del nuovo organismo, che sarà composto dai leader di tutte le comunità di fede presenti in Sri Lanka. Durante il suo intervento, Wickremesinghe ha riconosciuto nell'iniziativa lo spirito di una tolleranza religiosa che include a ciascuno il diritto di praticare liberamente la propria religione.

Gli episodi di intolleranza

Per il governo dello Sri Lanka, ristabilire la pace risulta essenziale alla luce dei recenti episodi di intolleranza non solo verso le comunità cristiane, ma anche islamiche. Dopo gli attentati di Pasqua, i musulmani sono stati vittime di ripetute violenze. Diversi giorni fa, il governo dello Sri Lanka ha annunciato l'introduzione nuove leggi per reprimere l'incitamento all'odio, con un riguardo per il dilagare di fake news che mettono a repentaglio la riconciliazione tra i gruppi etnici. Stando ai nuovi provvedimenti adottati, i colpevoli di incitamento all'odio via web dovranno scontare cinque anni in prigione e pagare una multa corrispondente a circa 5.000 euro. 

“Sri Lanka attacks: Muslims fearful for their future” – Video © Al Jazeera English

Sulla strada della fraternità

La proposta di un consiglio per la riconciliazione è stata avanzata dai rappresentanti dei monaci buddisti, che esprimono il credo maggioritario nel Paese. Il messaggio assume un ruolo essenziale alla luce della matrice islamista degli attentati. Stando a quanto dichiarato dalle autorità, le mani degli attacchi alle chiese appartengono al National Tawhid Jamaat, un gruppo jihadista locale legato al sedicente stato islamico (Is). In una lettera inviata alle comunità religiose e politiche del Paese all'indomani degli attentati, il cardinale Albert Malcolm Ranjith Patabendige Don aveva fatto appello alla fraternità come elemento essenziale alla pace: “Il nostro obiettivo comune è stato quello di far progredire i diritti politici, sociali, economici e culturali della popolazione promuovendo la pace, l'armonia e la giustizia sociale per tutti”. 

Riaprono i luoghi di culto

In una dichiarazione rilasciata all'agenzia Fides, Robert Thilakaratne, laico cattolico locale, ha salutato l'iniziativa del Consiglio per la riconciliazione religiosa quale una “scelta saggia e gradita del governo, che servirà a promuovere la solidarietà, la comprensione, l'armonia, la pace e la fratellanza”. Un segno di distensione e speranza è stato dato dalle autorità qualche giorno fa, con la recente riapertura al pubblico del santuario di Sant'Antonio di Kochchikade, una delle chiese coinvolte nell'attacco dinamitardo. La concelebrazione eucaristica, in occasione della ripresa del culto, è stata presenziata dal cardinale Patabendige Don, che ha voluto ricordato le vittime degli attentati, definendole “santi”.

“Sri Lanka, santuario di Sant'Antonio: dalla strage alla riapertura” – Video © Vatican News