In Canada la Chiesa anglicana dice no alle nozze gay

Nessun riconoscimento religioso ai matrimoni omosessuali. Il sinodo generale della Chiesa anglicana del Canada ha respinto una mozione volta a modificare la sua definizione di matrimonio come “unione tra uomo e donna” per aprire alle nozze omosessuali, legali nel Paese dal 2005. Per entrare in vigore, la proposta doveva ottenere i due terzi dei voti nei tre ordini (vescovi, preti e laici) e poi essere convalidata nelle due riunioni consecutive del sinodo, riferisce l’Agi. Dopo essere stata approvata nel 2016, stavolta la proposta non è passata: nonostante la larga maggioranza ottenuta tra preti e laici, tra i vescovi la mozione non ha ottenuto il sostegno richiesto. Un’altra misura adottata a Vancouver, dove il sinodo si svolge fino a martedì, ha tuttavia lasciato un certo margine di manovra alle diocesi per celebrare nozze omosessuali. La Chiesa anglicana canadese conta più di 500 mila fedeli raggruppati in 1.700 parrocchie.

Il dialogo con i metodisti

Una maggiore unità con i metodisti e un documento sulla sessualità umana. Questi i punti più importanti all’ordine del giorno del Sinodo generale, l’organo che guida la Chiesa d’Inghilterra, che si è riunita all’università di York da venerdì 5 fino a martedì 9 luglio, ricostruisce il Sir. E’ stato discusso di nuovo il documento “Mission and ministry in covenant’”, ovvero “Missione e ministero in alleanza”, che “propone che il leader della Chiesa metodista venga ordinato vescovo dalla gerarchia anglicana e che i ministri metodisti vengano scelti anche per via episcopale”, spiega all’agenzia dei vescovi don John O’Toole, portavoce per l’ecumenismo della Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles, che rappresenterà la Chiesa cattolica durante il Sinodo. “In questo momento i metodisti non hanno vescovi in Inghilterra e introdurli è una novità che genera tensioni nella denominazione fondata da John Wesley, che è riunita, a sua volta, in conferenza a Birmingham, questa settimana. Inoltre, la parte anglocattolica della Chiesa d’Inghilterra ha difficoltà ad accettare i presbiteri metodisti che non sono stati ordinati da un vescovo”. Secondo don O’Toole progressi importanti sono ipotizzabili sull’avvicinamento tra le due Chiese, motivato anche dal declino nel numero di fedeli e nelle vocazioni.

Posizioni divergenti

“C’è molta buona volontà anche perché, secondo molti, il metodismo era stato pensato da Wesley come un movimento interno alla Chiesa d’Inghilterra anziché come una denominazione separata”. Il viaggio verso l’unità di metodisti e anglicani potrebbe essere bruscamente interrotto se i metodisti decidessero di aprire ai matrimoni gay. La denominazione fondata da John Wesley a inizio diciottesimo secolo, come movimento di rinnovamento della Chiesa d’Inghilterra, potrebbe, infatti, decidere questa settimana di dare il via libera ai matrimoni omosessuali. “Anche il Sinodo anglicano si occuperà di sessualità umana discutendo, venerdì prossimo, il documento ‘Living in love and faith’” (Vivere nell’amore e nella fede), spiega don John O’Toole. “Vescovi, pastori e laici si chiedono se è possibile benedire le unioni gay e quale visione le Scritture hanno del matrimonio. In questo momento l’insegnamento ufficiale della Chiesa d’Inghilterra è che il matrimonio è un rapporto tra un uomo e una donna che dura una vita intera. Gli anglicani si chiedono se sia possibile ripensare questa definizione. Se i metodisti decideranno di dare il via libera alle unioni gay questo avrebbe un impatto importante sul dialogo con gli anglicani perché alcune parti della Chiesa d’Inghilterra” rimangono fermamente contrarie ai matrimoni tra persone omosessuali.