Il video commovente dei detenuti che cercano di toccare la statua della Madonna

Sono scene commoventi quelle che giungono da Buenos Aires. Durante la visita della statua della Madonna di Fatima nella prigione di San Martín, alcuni detenuti internati nelle loro celle hanno cercato in tutti i modi di toccare la statua della Vergine e chiedere una benedizione. L'episodio è avvenuto venerdì scorso quando l'immagine della Madonna – una replica conforme all'originale che si trova in Portogallo – ha varcato la soglia della prigione argentinca: Refugium peccatorum, “Rifugio dei peccatori” è un titolo che si usa nella Chiesa Cattolica per appellarsi alla Madre di Cristo e i detenuti hanno manifestato il loro legame con la Vergine nonostante il passato criminale.

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L'iniziativa

La visita della Madonna di Fatima, avvenuta il 1° novembre, rientra nel pelegrinaggio nazionale dell'icona mariana iniziato ad aprile. Come riporta l'agenzia Acistampa, su iniziativa di alcuni detenuti, la Vergine ha fatto sosta nell'Unità Penale 48 di Buenos Aires, visitando tutti i padiglioni, incluso il numero 10, dove spno “internati” i responsabili di gravi atti di violenza che avvengono in carcere. Quello che è accaduto è stato inaspettato: come documenta Mission Fatima Argentina sulla sua pagina Facebook, al passaggio dell'icona, dalle porte delle celle si sono protratte le braccia dei detenuti, quasi a voler implorare il perdono per mezzo dell'intercessione della Vergine. Al passaggio della statua, gli uomini hanno cominciato a pregare il Rosario. Una pratica che, come ha ricordato Damián Donnelly, fondatore del movimento degli Spartani che recupera i carcerati con lo sport e la preghiera, è nata da un bisogno fra gli stessi detenuti, desiderosi di ricongiungersi con quella società con cui, in passato, hanno rotto. In vista ai detenuti durante le celebrazioni della Settimana Santa, Papa Francesco si era rivolto a loro confessando che, ai tempi in cui si trovava nella diocesi di Buenos Aires, si domandava: “Perché loro e non io? Questo pensiero mi ha fatto tanto bene. Perché loro e non io? Avrei potuto essere lì, e invece no, il Signore mi ha dato una grazia che i miei peccati e le mie mancanze siano state perdonate e non viste, non so. Ma quella domanda aiuta tanto: perché loro e non io?”.