Il senso del mercoledì delle ceneri

Con il Mercoledì delle Ceneri inizia la Quaresima, il periodo che precede la Pasqua. E' giorno di digiuno e di astinenza dalle carni, pratica quest'ultima che la Chiesa richiede per tutti i venerdì dell’anno.
Il tema scelto da Papa Francesco per il tempo liturgico che iniziamo a vivere da oggi, è: “L’ardente aspettativa della creazione è protesa verso la rivelazione dei figli di Dio” (Rm 8,19). In Terris, ne ha parlato con Suor Roberta Vinerba, teologa e prima donna a guidare l’Istituto superiore di scienze religiose (Issra) di Assisi, collegato alla Pontificia università lateranense.

Qual è il significato biblico delle Ceneri?
“La teologia biblica rivela un duplice significato dell'uso delle ceneri. Prima di tutto rappresentano la fragilità, la precarietà, dell'uomo: Abramo rivolgendosi a Dio dice: ‘Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere…’ (Gen 18,27). Questo non vuol dire però che Dio ci abbia creati manchevoli in qualcosa. E’ proprio la nostra condizione di creatura a renderci indigenti perché la vita la riceviamo in dono. Noi siamo creature amate che tutto ricevono e che su questa Terra sperimentano la propria condizione di precarietà. Ma la cenere è anche il segno esterno di colui che si pente del proprio agire malvagio e decide di compiere un rinnovato cammino verso il Signore. Particolarmente noto è il testo biblico della conversione degli abitanti di Ninive a motivo della predicazione di Giona: ‘I cittadini di Ninive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, dal più grande al più piccolo. Giunta la notizia fino al re di Ninive, egli si alzò dal trono, si tolse il manto, si coprì di sacco e si mise a sedere sulla cenere’ (Gio 3,5-9). Anche Giuditta invita tutto il popolo a fare penitenza affinché Dio intervenga a liberarlo: ‘Ogni uomo o donna israelita e i fanciulli che abitavano in Gerusalemme si prostrarono davanti al tempio e cosparsero il capo di cenere e, vestiti di sacco, alzarono le mani davanti al Signore’ (Gdt 4,11).

Che cosa rappresentano oggi?
“Oggi più che mai abbiamo bisogno di ‘qualcuno’ che ci ricordi che siamo cenere e cenere torneremo. L’uomo infatti nonostante i progressi della scienza, della tecnologia, resta sempre una creatura precaria, debole. Pertanto le ceneri sono una memoria che parla alla nostra superbia ogni volta che ci sentiamo onnipotenti e pensiamo di essere noi stessi gli autori della nostra vita. Ma anche un invito a rendere il nostro tempo pieno d’amore, proprio perchè essendo così effimero, non sappiamo quando finirà”.

Le famiglie come vivono questo momento?
“Purtroppo la vita sempre più frenetica, il consumismo, la mancanza di valori, hanno fatto perdere il senso di questa giornata. Oggi solo chi ha un’esperienza di Dio che è fatta di eucaristia domenicale, di una prossimità ai luoghi della Chiesa, dà importanza alle ceneri. La maggioranza delle persone ha invece perso anche la memoria che vi sia un Mercoledì delle Ceneri o una Quaresima. Questo ci dice tanto. Ci indica la necessità di una nuova evangelizzazione che parli all’uomo di oggi che mai come nella storia, ha bisogno di ricordarsi chi è”.

Il messaggio per la Quaresima 2019 di Papa Francesco, prende le mosse dalle parole di San Paolo…
“C’è un passaggio che mi ha particolarmente colpito, quando il Santo Padre parla della differenza fra mangiare e divorare. ‘Digiunare – si legge nel messaggio – significa imparare a cambiare il nostro atteggiamento verso gli altri e le creature: dalla tentazione di divorare tutto per saziare la nostra ingordigia, alla capacità di soffrire per amore, che può colmare il vuoto del nostro cuore’. Ecco con queste parole Papa Francesco, ci invita a riflettere sul fatto che viviamo in un tempo vorace dal punto di vista globale. Noi divoriamo tutto. Divoriamo con un ritmo velocissimo le relazioni, che apriamo e chiudiamo in un istante, divoriamo le esperienze. Chi divora è qualcuno che non assapora, che è incapace di assaporare. Mentre il nutrirsi ha come finalità lo stare in salute, la convivialità e anche il rendere grazie a Dio per la bontà di un cibo che diventa cultura, un modo di relazionarsi con gli altri. Chi divora invece non fa attenzione né all’altro né a ciò che mangia, ma è qualcuno che in maniera compulsiva deve riempire se stesso. Divorare è l’attitudine di chi tutto ingloba dentro di sé e tutto macina, dalle relazioni alle persone, dal cibo al creato, alla natura, all'ambiente. Per questo credo che la strada indicataci da Bergoglio sia estremamente importante, in un tempo che divora il tempo, che è riempito di tante cose, ma che alla fine ci fa ritrovare senza aver assaporato niente”. 

I digiuni e i fioretti oggi hanno ancora un senso?
“Hanno un senso nella misura in cui noi capiamo che il digiuno è educazione, non solo a prendere consapevolezza di chi sono, del mio stato di precarietà, ma anche che non è sempre possibile soddisfare i propri bisogni. Educazione all’attesa, perché non è possibile avere tutto subito. Ma anche alla solidarietà, al valore del sentirsi in empatia con chi questo digiuno è costretto a farlo non per scelta ma per necessità. Digiuno, è un luogo potremmo dire per noi nuovo, anche se le sue radici sono antiche. L’importante però è che non sia un esercizio di ascesi fine a se stesso che riempie addirittura il nostro orgoglio, ma che sia finalizzato all’amore, alla relazione. Il digiuno dev'essere infatti una possibilità di amare qualcuno. Quindi anche il rinunciare a qualche cosa diventa importante perché la rinuncia ha come finalità l’amore. Senza amore, il digiuno diventa addirittura un gesto dannoso perché serve solo a riempire la nostra superbia”.

Che Quaresima ci attende…
“La Quaresima è un cammino che ci aiuta a valutare la nostra vita. Quando si parte per un viaggio dobbiamo pensare a cosa portare con noi, a fare una lista di ciò che è veramente utile e necessario. Perché chi cammina deve stare leggero. Quindi anche l’elemosina, il digiuno, la carità, sono esercizi, strumenti, di alleggerimento di un’attitudine alla vita che invece ci vede sempre più ‘sopraccoperti’, tendenti all’accumulo, ad avere di più, ad essere appunto voraci. Ecco la Quaresima è dunque un’opportunità per cominciare un cammino di vita nuovo, libero da tutto ciò che è dannoso e superfluo”.