Il Papa: “La speranza è la virtù dei piccoli e non delude mai”

Papa Francesco ha iniziato una nuova catechesi nel corso dell’udienza generale del mercoledì, che si è svolta nell’Aula Paolo VI alla presenza di circa 5000 fedeli. Il tema scelto dal S. Padre è stato quello della virtù teologale della speranza. E per lunghi tratti il Pontefice ha scelto di parlare a braccio, aggiungendo annotazioni e considerazioni al testo ufficiale. Fin dall’inizio Francesco ha sottolineato che “La speranza è molto importante, perché non delude: l’ottimismo delude, la speranza no”. Ed è una delle caratteristiche di questa virtù.

“Ne abbiamo tanto bisogno, in questi tempi che appaiono oscuri, in cui a volte ci sentiamo smarriti davanti al male e alla violenza che ci circondano, davanti al dolore di tanti nostri fratelli – ha sottolineato il Papa – Ci sentiamo smarriti e anche un po’ scoraggiati, perché ci troviamo impotenti e ci sembra che questo buio non debba mai finire. Ma non bisogna lasciare che la speranza ci abbandoni, perché Dio con il suo amore cammina con noi, non ci lascia soli, e il Signore Gesù ha vinto il male e ci ha aperto la strada della vita”.

E dove si fonda questa speranza? “Io spero perché Dio cammina con me, accanto a me – ha detto il Papa – Possiamo dirlo tutti noi. Cammina e mi porta per mano. E allora – ha proseguito – in particolare in questo tempo di Avvento, che è il tempo dell’attesa, in cui ci prepariamo ad accogliere ancora una volta il mistero consolante dell’Incarnazione e la luce del Natale, è importante riflettere sulla speranza. Lasciamoci insegnare dal Signore cosa vuol dire sperare”. Il Pontefice ha citato le parole del profeta Isaia “il grande profeta dell’Avvento, il grande messaggero della speranza”. Ed ha continuato: “Dio Padre consola suscitando consolatori, a cui chiede di rincuorare il popolo, i suoi figli, annunciando che è finita la tribolazione, è finito il dolore, e il peccato è stato perdonato. È questo che guarisce il cuore afflitto e spaventato. Perciò il profeta chiede di preparare la via al Signore, aprendosi ai suoi doni di salvezza. La consolazione, per il popolo, comincia con la possibilità di camminare sulla via di Dio”.

Confrontando le difficoltà che si affrontano nel “deserto, un luogo in cui è difficile vivere” il Papa ha evidenziato che “quando noi siamo nel buio, nella difficoltà, non viene il sorriso: è proprio la speranza che ci insegna a sorridere, in questa strada per trovare Dio. Una delle prime cose che accadono alle persone che si staccano da Dio – ha aggiunto – è che sono persone senza sorriso. Forse sono capaci di fare una risata dopo l’altra, ma il sorriso manca. Il sorriso solo lo dà la speranza, il sorriso della speranza di tornare Dio. La vita è spesso un deserto, è difficile camminarci dentro, ma se ci affidiamo a Dio può diventare bella e larga come un’autostrada. Basta non perdere mai la speranza, basta continuare a credere, sempre, nonostante tutto”. Sempre a braccio, il Pontefice ha fatto un altro paragone: “Quando noi ci troviamo un bambino, ci viene da dentro il sorriso: ci troviamo davanti alla speranza, un bambino è una speranza. E così dobbiamo vedere nella vita la speranza di trovare Dio, Dio che si è fatto bambino per noi. E ci farà sorridere, ci darà tutto”.

Francesco ha poi detto che “non possiamo negare che il mondo di oggi è in crisi di fede: io sono cristiano, ma la mia vita è ben lontana da Dio. Così la fede è caduta in una parola” mentre “si tratta di tornare a Dio, di convertire il cuore a Dio e di trovarlo: Lui ci aspetta”. Proprio per questo è necessario il tempo di Avvento, per “preparare l’incontro con questo bambino che è Gesù Cristo, che ci ridarà il sorriso”. L’ultimo passaggio è stato dedicato ancora ai bambini e più in generale a quelli che vivono quell’infanzia spirituale che li porta a farsi piccoli, bisognosi di fronte al Signore: “La vera storia, quella che rimarrà nell’eternità, è quella che scrive Dio con i suoi piccoli – ha detto il S. Padre – Dio con Maria, Dio con Giuseppe, Dio con Gesù, Dio con i suoi piccoli. La speranza è una virtù dei piccoli. I grandi, i soddisfatti, non conoscono la speranza, non sanno cosa sia. Sono i piccoli, resi grandi dalla loro fede, i piccoli che sanno continuare a sperare. Sono loro che trasformano il deserto dell’esilio, della solitudine disperata, della sofferenza, in una strada piana su cui camminare per andare incontro alla gloria del Signore.”. Ed ha concluso invitando i presenti a ripetere la frase: “Lasciamoci insegnare la speranza!” perché, ha ribadito ancora una volta, “la speranza non delude”.

Al termine dell’udienza il Papa ha ricordato le due Giornate promosse dall’Onu: il 9 quella contro la corruzione e il 10 quella per i diritti umani. “Sono due realtà strettamente collegate – ha ricordato il Pontefice – la corruzione è l’aspetto negativo da combattere, incominciando dalla coscienza personale e vigilando sugli ambiti della vita civile, specialmente su quelli più a rischio; i diritti umani sono l’aspetto positivo, da promuovere con decisione sempre rinnovata, perché nessuno sia escluso dall’effettivo riconoscimento dei diritti fondamentali della persona umana”.