Il Papa alle Ong: “L'eccesso di mezzi può anestetizzare la creatività”

L'eccesso di mezzi materiali può essere controproducente perché anestetizza la creatività“. Sono queste le parole con cui Papa Francesco ha messo in guardia i partecipanti al Forum mondiale delle Ong di ispirazione cattolica che ha ricevuto in udienza questa mattina. Il Pontefice ha affermato che gli enti della Chiesa impegnati nel sociale devono avere i mezzi necessari per operare, tenendo bene a mente che si “possono fare grandi opere con mezzi poveri”. 

L'importanza delle risorse

Papa Francesco ha stigmatizzato il fatto che negli enti, spesso, si spende di più per gli apparati organizzativi che per gli obiettivi da realizzare. “Le risorse sono importanti, sono necessarie – ha aggiunto – ma può succedere che a volte siano insufficienti per raggiungere gli obiettivi proposti. Non dobbiamo scoraggiarci. Bisogna pensare che la Chiesa ha sempre fatto grandi opere con mezzi poveri. Occorre procurarle, certamente, e far rendere al massimo i propri talenti, ma dimostrando con ciò che ogni capacità ci viene da Dio, non è nostra“. Poi, ha evidenziato che quando ci sono molte risorse accade che “un'organigramma amministrativo cresce tanto che il 40, il 50, il 60 per cento dell'apporto che si riceve va nell'apparato organizzativo. Questo succede oggi in molte istituzioni della Chiesa”. 

L'incontro con l'Associazione cattolica esercenti cinema

Sempre nel corso della mattinata, Papa Francesco ha ricevuto in udienza i membri dell'Associazione cattolica Esercenti Cinema-Sale della Comunità, in occasione del 70esimo anniversario della fondazione. Il Pontefice ha citato la pellicola “I bambini ci guardano” di Vittorio de Sica, definendolo “un lavoro molto bello e ricco di significati”. “Ma tutto il cinema del dopoguerra – ha sottolineato Papa Francesco – è una scuola di umanesimo. Voi italiani avete fatto questo con i vostri grandi autori e non parlo per sentito dire perché da bambini i genitori ci portavano a vedere quei film. Voi siete eredu di questa grande scuola di umanità che è il dinema del dopoguerra”.