Il Papa: “No alla finta preparazione prematrimoniale”

Udienza generale oggi in Piazza San Pietro. E' stato letto il passo del Vangelo secondo Marco in cui i farisei domandano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. In questa lettura, Gesù pronuncia uno degli insegnamenti più importanti del Nuovo Testamento: “Dunque, l'uomo non divida ciò che Dio ha congiunto”. 

L'omelia

La lettura del Vangelo odierno ha consentito al Papa di andare avanti nella sua catechesi sul Decalogo. Oggi il Pontefice si è soffermato sul sesto comandamento che riguarda – ha detto il Papa – la “dimensione affettiva e sessuale”: “'Non commettere adulterio'. Il richiamo immediato è alla fedeltà. Nessun rapporto umano è autentico senza fedeltà e lealtà. Non si può amare solo finchè conviene. L'amore si manifesta oltre la soglia del proprio tornaconto quando si dona tutto senza riserve. L'amore vuole essere definitivo. La fedeltà è la caratteristica della dimensione umana, libera, matura e responsabile. Anche un amico è autentico quando resta tale in qualunque evenienza”. Il Papa ha poi indicato l'esempio di amore per antonomasia: “Cristo rivela l'amore autentico, Lui che vive dell'amore sconfinato del Padre e in forza di questo è l'amico fedele che vuole sempre il nostro bene anche quando non lo meritiamo”. Francesco ha messo in guardia poi dal pericolo di soddisfare il bisogno di amore che ogni essere umano cova in cuor suo con ripieghi illusori: “Il rischio è quello di chiamare amore delle relazioni acerbe e immature. Così avviene di sopravvalutare l'attrazione fisica che in sè è un dono di Dio ma finalizzata a preparare un rapporto autentico con la persona”. Papa Francesco ha anche citato il suo predecessore, San Giovanni Paolo II di cui pochi giorni fa è ricorsa la memoria liturgica.

Discernimento prima del matrimonio

Francesco ha evidenziato l'importanza di intraprendere un cammino preparatorio prima delle nozze: “La chiamata alla vita coniugale richiede discernimento sulla qualità del rapporto e un tempo di fidanzamento per verificarla”. “Per accedere al sacramento del matrimonio – ha detto il Santo Padre – i fidanzati devono maturare la certezza che nel loro legame c'è la mano di Dio“. L'unione deve essere fondata su radici solide: “Non possono – ha detto il Papa riferendosi ai novelli sposi – promettersi fedeltà, nella gioia, nel dolore e nella malattia, solo sulla base della buona volontà o della speranza che la cosa funzioni; hanno bisogno di basarsi sul solido dell'amore fedele di Dio e per questo ci vuole, prima di ricevere il sacramento, un'accurata preparazione”. Quello che il Santo Padre ha chiamato “catecumenato“. Un monito poi ai religiosi chiamati ad accompagnare le coppie nel cammino verso il matrimonio: “Con l'amore non si gioca; non si può parlare di preparazione al matrimonio con 3 o 4 conferenze date in parrocchia”. “Questa – ha detto il Papa – non è preparazione, è una finta preparazione e la responsabilità cade sul parroco e sul vescovo che permette queste cose”. Al contrario, invece, affinchè questo itinerario sia efficace,  “la preparazione deve essere matura e ci vuole tempo” perchè, ha ricordato Francesco, il matrimonio “non è un atto formale, è un sacramento“. Alla base del sacramento c'è la fedeltà che, ha detto il Pontefice,  “è un modo di essere, uno stile di vita” che richiede “lealtà” e che “si parli con sincerità”.  Per un matrimonio felice, ha detto il Papa, “occorre che la fedeltà di Dio entri nella nostra esistenza, ci contagi”. In che modo? Guardando all'esempio di Gesù, ha detto il Papa: “Dalla morte di Cristo deriva la nostra fedeltà, dal suo amore incondizionato deriva la costanza dei rapporti, dalla comunione con Lui deriva quella tra di noi e vivere con fedeltà i nostri legami”. “In Gesù Cristo – ha concluso il Pontefice – e solo in Lui si trovare l'amore senza riserve”.