Il Papa: “No ad un'educazione schizofrenica”

E'necessario educare i ragazzi a uno stile di vita “basato sull’atteggiamento della cura per la nostra casa comune che è il creato” ma “che non sia schizofrenico”. Non ci si può prendere prendere “cura degli animali in “estinzione” e ignorare “i problemi degli anziani”; o difendere “la foresta amazzonica” ma trascurare “i diritti dei lavoratori ad un giusto salario, e così via”. E' quanto afferma Papa Francesco ricevendo in udienza, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico in Vaticano, l’Associazione Italiana Maestri Cattolici (Aimc), a
conclusione del loro 21mo Congresso Nazionale dal titolo “Memoria e futuro. Periferie e frontiere dei saperi professionali”. Il Pontefice propone agli insegnanti tre punti di riflessione e di impegno: “la cultura dell’incontro, l’alleanza tra scuola e famiglia e l’educazione ecologica”. Poi, l'incoraggiamento “al fare associazione”

Formare ragazzi aperti e senza pregiudizi

Il Pontefice esordisce ricordando il ruolo che i maestri credenti hanno all'interno della società: “Gli insegnanti cristiani, sia che operino in scuole cattoliche sia in scuole statali, sono chiamati a stimolare negli alunni l'apertura all'altro come volto, come persona, come fratello e sorella da conoscere e rispettare, con la sua storia, i suoi pregi e difetti, ricchezze e limiti”. Dopo averli ringraziati “per il contributo che date all'impegno della Chiesa per promuovere la cultura dell'incontro”, il Santo Padre li incoraggia “a farlo, se possibile, in maniera ancora più capillare e incisiva”, poichè “in questa sfida culturale sono decisive le basi che vengono poste negli anni dell'educazione primaria dei bambini”. E aggiunge: “La scommessa è quella di cooperare a formare ragazzi aperti e interessati alla realtà che li circonda, capaci di cura e di tenerezza, penso al bullismo, liberi dal pregiudizio diffuso secondo il quale per valere bisogna essere competitivi, aggressivi, duri verso gli altri, specialmente verso chi è diverso, straniero o chi in qualsiasi modo è visto come ostacolo alla propria affermazione”. “Questa – prosegue Bergoglio – purtroppo è un' 'aria' che spesso i nostri bambini respirano, e il rimedio è fare in modo che possano respirare un'aria diversa, più sana, più umana“.

Ricreare il patto educativo maestri-genitori

Francesco è convito che “il patto educativo” tra famiglia, scuola e Stato si sia rotto e che oggi è di vitale improtanza “ricostruirlo”. E aggiunge “Tutti sappiamo che questa alleanza è da tempo in crisi. Una volta c'era molto rinforzo reciproco tra gli stimoli dati dagli insegnanti e quelli dati dai genitori. Oggi la situazione è cambiata, ma non possiamo essere nostalgici del passato. Bisogna prendere atto dei mutamenti che hanno riguardato sia la famiglia sia la scuola, e rinnovare l'impegno per una costruttiva collaborazione, per il bene dei bambini e dei ragazzi”. Insomma, “bisogna ricostruire il patto educativo” ma, dal momento che “questa sinergia non avviene più in modo 'naturale' bisogna favorirla in modo progettuale”. Francesco suggerisce come: per prima ancora, “bisogna favorire una nuova 'complicità' tra insegnanti e genitori”, “rinunciando a pensarsi come fronti contrapposti, colpevolizzandosi a vicenda, ma mettendosi nei panni gli uni degli altri, comprendendo le oggettive difficoltà che gli uni e gli altri oggi incontrano nell'educazione, e così creando una maggiore solidarietà”.

L'importanza dell'educazione all'ecologia

Terzo punto di riflessione è l' “educazione ecologica”. Facendo riferimento alla sua enciclica Laudato Si', il Papa fa notare come essa non consiste solo nel dare “alcune nozioni, che pure vanno insegnate”, bensì “di educare a uno stile di vita basato sull'atteggiamento della cura per la nostra casa comune che è il creato. Uno stile di vita che non sia schizofrenico, che cioè, ad esempio, si prenda cura degli animali in estinzione ma ignori i problemi degli anziani; o che difenda la foresta amazzonica ma trascuri i diritti dei lavoratori ad un giusto salario, e così via”. L'ecologia a cui educare, osserva Bergoglio, “dev'essere integrale” e, soprattutto, “deve puntare al senso di responsabilità: non a trasmettere slogan che altri dovrebbero attuare, ma a suscitare il gusto di sperimentare un'etica ecologica partendo da scelte e gesti di vita quotidiana”. “Uno stile di comportamento che nella prospettiva cristiana trova senso e motivazione nel rapporto con Dio creatore e redentore – spiega -, con Gesù Cristo centro del cosmo e della storia, con lo Spirito Santo fonte di armonia nella sinfonia del creato“.

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“Non abbiate paura dei conflitti”

Infine, l'invito a “fare associazione”. “Non abbiate paura delle differenze e anche dei conflitti che normalmente ci sono nelle associazioni laicali; è normale che ci siano, non nascondeteli, ma affrontateli con stile evangelico, nella ricerca del vero bene dell'associazione, valutato E, sottolineando il “valore di essere e fare associazione” aggiunge: “E' un valore da non dare per scontato, ma da coltivare sempre, e i momenti istituzionali come il Congresso servono a questo. Vi esorto a rinnovare la volontà di essere e fare associazione nella memoria dei principi ispiratori, nella lettura dei segni dei tempi e con lo sguardo aperto all'orizzonte sociale e culturale”. E conclude: “L'essere associazione è un valore ed è una responsabilità, che in questo momento è affidata a voi. Con l'aiuto di Dio e dei pastori della Chiesa, siete chiamati a far fruttare questo talento posto nelle vostre mani“.