Il Papa: “La politica strumentalizza paure sui migranti”

Si è aperta oggi a Roma la “Conferenza mondiale su xenofobia, razzismo e nazionalismi populisti nel contesto delle migrazioni globali”, un appuntamento ecumenico organizzato dal dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale e dal World Council of Churches, in collaborazione con il Pontificio Consiglio per l'unità dei cristiani. I duecento partecipanti alla Conferenza sono stati ricevuti questa mattina in udienza da Papa Francesco nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico.

Le parole del Papa

Il Santo Padre ha voluto salutare personalmente tutti i presenti mentre ha riservato il suo messaggio per la conferenza in un discorso scritto rilasciato poi dalla Sala Stampa della Santa Sede. Nel testo si legge: “Viviamo tempi in cui sembrano riprendere vita (…) sentimenti di sospetto, di timore, di disprezzo e perfino di odio nei confronti di individui o gruppi giudicati diversi in ragione della loro appartenenza etnica, nazionale o religiosa e, in quanto tali, ritenuti non abbastanza degni di partecipare pienamente alla vita della società. Questi sentimenti, poi, troppo spesso ispirano veri e propri atti di intolleranza, discriminazione o esclusione, che ledono gravemente la dignità delle persone coinvolte e i loro diritti fondamentali, incluso lo stesso diritto alla vita e all’integrità fisica e morale”. Il Papa ha osservato: “Purtroppo accade pure che nel mondo della politica si ceda alla tentazione di strumentalizzare le paure o le oggettive difficoltà di alcuni gruppi e di servirsi di promesse illusorie per miopi interessi elettorali”.

Come rispondere

Una situazione, secondo Papa Francesco, di fronte a cui non si può rimanere indifferenti. Il Santo Padre ha fatto un appello “affinché nella scuola, nell’università e negli altri luoghi di formazione venga insegnato il rispetto di ogni persona umana, pur nelle diversità fisiche e culturali che la contraddistinguono, superando i pregiudizi“. 

Nuove forme di schiavitù

Il discorso di Papa Francesco ha poi sottolineato le responsabilità di chi sembra trarre profitto da queste situazioni: “Coloro, poi, che traggono giovamento economico dal clima di sfiducia nello straniero, in cui l’irregolarità o l’illegalità del soggiorno favorisce e nutre un sistema di precariato e di sfruttamento – talora a un livello tale da dar vita a vere e proprie forme di schiavitù – dovrebbero fare un profondo esame di coscienza, nella consapevolezza che un giorno dovranno rendere conto davanti a Dio delle scelte che hanno operato”. 

Ecumenismo

Un richiamo anche alla collaborazione tra confessioni religiose per far fronte a quello che appare uno dei problemi più gravi dell'età contemporanea: “Di fronte – ha aggiunto il Papa – al dilagare di nuove forme di xenofobia e di razzismo, anche leader di tutte le religioni hanno un’importante missione: quella di diffondere tra i loro fedeli i principi e i valori etici inscritti da Dio nel cuore dell’uomo, noti come la legge morale naturale. Si tratta di compiere e ispirare gesti che contribuiscano a costruire società fondate sul principio della sacralità della vita umana e sul rispetto della dignità di ogni persona, sulla carità, sulla fratellanza, che va ben oltre la tolleranza, e sulla solidarietà”.

Gesù come forestiero

Papa Francesco ha ricordato che “l’altro è non solo un essere da rispettare in virtù della sua intrinseca dignità, ma soprattutto un fratello o una sorella da amare”. Per questo, i fedeli sono chiamati a non avere paura dell'opinione dominante: “Essere cristiani – ha concluso il Papa – è una chiamata ad andare controcorrente, a riconoscere, accogliere e servire Cristo stesso scartato nei fratelli”.