Il Papa: “L'amore rende liberi anche in carcere”

Nell'Udienza generale di oggi, Papa Francesco è ritornato sul tema del riposo, già analizzato lo scorso mercoledì, commentando un passo del Deuteronomio. Il Santo Padre ha spiegato: “A differenza che nell’Esodo, dove il motivo del riposo è la benedizione della creazione, nel Deuteronomio, esso commemora la fine della schiavitù“. Questa constatazione lo ha condotto poi ad una riflessione sulla schiavitù: “Gli schiavi per definizione non possono riposare”. “Esistono – ha detto il Papa – tanti tipi di schiavitù, sia esteriore che interiore; come la violenza e l'ingiustizia ma anche come i tormenti, gli ostacoli psicologici.

Prigionieri liberi

Si può essere liberi quando si è in carcere? Il Santo Padre si è espresso in questo senso: “Ci sono persone che, persino in carcere, vivono una grande libertà d’animo. Ad esempio San Massimiliano Kolbe e il cardinal Van Thuan che trasformarono delle oscure oppressioni in luoghi di luce. Come pure ci sono persone segnate da grandi fragilità interiori che però conoscono il riposo della misericordia e lo sanno trasmettere”.

La schiavitù dell'ego

Per Papa Francesco esiste una schiavitù che prevale sulle altre: “C'è una schiavitù che è più forte, la schiavitù del proprio ego. L'ego può convertirsi in un aguzzino che tortura costantemente l'uomo procurandogli la più profonda delle oppressioni, il peccato”. Analizzando quelli che sono i vizi che corrodono l'uomo, Papa Francesco ha detto “Il goloso, il lussurioso, l'avoro, l'iracondo, l'invidioso, l'accidioso, il superbo e così via sono schiavi dei loro vizi. “L'ansia del possedere – ha aggiunto il pontefice – distrugge l'avaro, l'invidia corrode la relazione umana. La vera schiavitù è il non sapere amare. Cristo insegna all'uomo a sapere amare, spezza la schiavitù interiore del peccato per rendere l’uomo capace di amare. L’amore vero è la vera libertà; distacca dal possesso, ricostruisce le relazioni, sa accogliere e valorizzare il prossimo, trasforma in dono gioioso ogni fatica e rende capaci di comunione. L’amore rende liberi anche in carcere, anche se deboli e limitati”.

Saluto speciale

Nei saluti finali ai fedeli presenti in piazza San Pietro, Papa Francesco ha riservato una menzione speciale per gli educatori venezuelani. Infine, ha esortato i pellegrini a “chiedere con fede al Signore di liberarvi da tutte le schiavitù della vita rendendovi felici di amare la vita”.