“Il grande che si fa piccolo: ecco la tenerezza di Dio”

Dio ci viene incontro, e come un papà e una mamma ci accarezza. “Sembra voglia cantarci la ninna nanna“, perchè il nostro “è il Dio della tenerezza“, è un Dio grande che si fa piccolo per salvarci. Così Papa Francesco commenta, nel corso dell'omelia della Messa mattutina celebrata a Santa Marta, le letture del giorno. L’immagine che presenta il profeta Isaia è quella di un Dio che parla a noi come un papà col proprio bambino, rimpicciolendo la voce per renderla il più possibile simile alla sua. “Il grande che si fa piccolo e il piccolo che è grande: in questa dialettica si manifesta la tenerezza di Dio”. E infine rivela il “luogo teologico” di questo grande amore: “le piaghe dell'uomo“.

Un Dio che canta la ninna nanna

Per Papa Francesco non ci sono dubbi: Dio è come un padre che si avvicina al figlio piccolo che rassicura accarezzandolo: ”Non temere, Io ti vengo in aiuto”. “Sembra che il nostro Dio voglia cantarci la ninna nanna- afferma Francesco -. Lui è capace di questo. E' padre e madre. Tante volte ha detto: 'Se una mamma si dimentica del figlio, Io non ti dimenticherò'”. E sottolinea: “Dio si fa piccolo così da poter aver fiducia in lui e chiamarlo, come fa San Paolo: 'Papà'“. Ecco la tenerezza di Dio: “Il grande che si fa piccolo e il piccolo che è grande”. Certo, prosegue Bergoglio, “a volte Dio ci bastona, ma con la sua tenerezza si avvicina a noi e ci salva. Questo mistero è una delle cose più belle”. E, con lo sguardo rivolto al Natale, aggiunge: “Il nostro è il Dio grande che si fa piccolo e nella sua piccolezza non smette di essere grande. In questa dialettica c’è la tenerezza di Dio. Il Natale ci aiuta a capire questo”. Cita poi San Tommaso d'Aquino, che nella prima parte della Somma risponde alla domanda “Cosa è divino? Cosa è la cosa più divina?”. “Non coerceri a maximo  contineri tamen a minimo divinum est“, ovvero: “Non spaventarsi delle cose grandi, ma tenere conto delle cose piccole. Questo è divino, tutti e due insieme”.

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Il “luogo teologico” della tenerezza di Dio

Poi precisa: “Dio non solo ci aiuta, ma ci fa anche delle promesse di gioia per aiutarci ad andare avanti”. Quindi domanda: “Ma se Dio è un è papà, io sono capace di parlare con il Signore così o ho paura? Ognuno risponda. Ma qualcuno può domandare: 'Ma qual è il luogo teologico della tenerezza di Dio? Dove si può trovare bene la  tenerezza di Dio? Qual è il posto dove si manifesta meglio la tenerezza di Dio?'”. La risposta di Bergoglio: “La piaga. Le mie piaghe, le tue“. A tal proposito, infine, rievoca la parabola del Buon Samaritano: “Qualcuno si è chinato sull’uomo incappato nei briganti e lo ha soccorso pulendo le sue ferite e pagando per la sua guarigione”. Ecco “il luogo teologico della tenerezza di Dio: le nostre piaghe”. Poi conclude: “Pensiamo durante la giornata all’invito del Signore: 'Dai fammi vedere le tue piaghe. Io voglio guarirle'”.