I vescovi su povertà, pesticidi e migrazioni

Povertà, erbicidi e emigrati venezuelani. Sono questi i tre temi chiave denunciati dai vescovi di frontiera di Colombia ed Ecuador in un comunicato congiunto. Nel messaggio, ripreso da Fides, i prelati lamentano la povertà generalizzata delle popolazioni loro affidate, respingono la decisione annunciata dal governo della Colombia di riprendere la fumigazione con pesticidi delle colture per uso illecito (come la coca), auspicano una pronta soluzione della crisi sociale del Venezuela ribadendo l’accoglienza agli emigrati venezuelani finché sarà necessario.

Il messaggio

“Abitiamo regioni ricche per la diversità culturale, etnica, religiosa e ambientale – si legge nel comunicato finale del loro incontro annuale – ma vediamo con preoccupazione che sono anche zone tradizionalmente emarginate e dimenticate dai governi nazionali e locali”, da qui nasce “la povertà generalizzata espressa in una crisi sociale, apparentemente senza soluzione, che limita le possibilità di uno sviluppo umano integrale”. I vescovi respingono decisamente la decisione annunciata dal governo colombiano di riprendere la fumigazione delle colture per uso illecito (come le piantagioni di coca) con glifosato. “Considerando le conseguenze negative per la vita umana e per l’ambiente”, richiamano il governo “a tenere conto del fatto che la presenza di queste colture è, in molti casi, una conseguenza dell'abbandono in cui vivono gli abitanti di queste regioni”, ed esortano quindi “a cercare meccanismi complementari che diano una risposta più completa a questo problema che riguarda i nostri popoli”. Infine mentre esprimono il desiderio di “una pronta soluzione alla crisi sociale che vive la repubblica sorella del Venezuela”, allo stesso tempo i vescovi riaffermano il loro “impegno ecclesiale di accogliere con rispetto i nostri fratelli venezuelani, che in cerca di nuove opportunità, sono emigrati massivamente attraversando la Colombia e l’Ecuador. I nostri paesi, sempre solidali, hanno saputo tendere loro la mano, e desideriamo che questa solidariteà continui fino a quando sarà necessario”.