I numeri della solidarietà

Cinquanta centri diocesani – ostelli, comunità, case famiglia e mense sociali – che operano a supporto delle comunità parrocchiali coordinandosi con i centri di ascolto. Oltre 6.000 volontari per dare da mangiare a oltre 12.000 persone, accogliere 2.400 senza dimora, curare 5.000 malati indigenti, incontrare e sostenere 5.000 detenuti. L’impegno delle parrocchie per dare “ascolto” a 47.000 famiglie. Oltre 400.000 pasti distribuiti, 200.000 pernottamenti, 14.000 prestazioni sanitarie, 52.000 visite domiciliari a famiglie e anziani. A volte i numeri nudi e crudi raccontano molto bene una realtà di grande spessore umano e solidale. Sono le cifre di un anno di attività della Caritas romana, contenute nel dossier “La Caritas in cifre” presentato in occasione della Settimana della Carità che si apre domenica prossima con la Giornata della Carità.

Oltre alle iniziative “tradizionali”, non mancano le nuove forme di solidarietà che hanno visto protagoniste le parrocchie romane, come il progetto “Quartieri solidali” per coinvolgere le comunità parrocchiali all’incontro con gli anziani fragili attraverso lo sviluppo di comunità. Sono 8 le parrocchie che sperimentano l’iniziativa coinvolgendo 260 anziani e 210 volontari. Oppure “Casa Wanda“, il centro diurno Alzheimer di assistenza ai malati e di sollievo per le famiglie, inaugurata a giugno a Villa Glori. E ancora gli Empori della solidarietà “territoriali”, a Spinaceto, al Trionfale e a Montesacro, gestiti dalle parrocchie in collaborazione con i municipi; il progetto “fattiDirete“, arrivato a coinvolgere 139 Centri di Ascolto parrocchiali che condividono iniziative e programmi.

C'è poi un altro fronte su cui la Caritas si sta misurando, in preparazione al prossimo Sinodo dei vescovi che ha per tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”. Si tratta dell’impegno nelle scuole secondarie superiori della Capitale, che sta coinvolgendo complessivamente 6.106 studenti di 62 Istituti in progetti di alternanza scuola-lavoro, volontariato, campi di servizio e programmi di educazione alla pace e alla mondialità. “La realtà del volontariato – afferma monsignor Enrico Feroci – è un'opportunità preziosa per offrire alle nuove generazioni degli interrogativi sul senso dell'esistenza, un'esperienza importante di educazione ai valori della gratuità e dell'impegno. Questo perché si tratta di esperienze che non si esauriscono in un servizio, ma offrono uno stimolo ad uscire dall'indifferenza e dalla rassegnazione per vivere un senso nuovo dell'esistenza nella vicinanza ai più poveri. All'interno di tale contesto educativo, il volontariato è anche autentica espressione di fede e di carità evangelica, che sente prioritario l'impegno per il bene del prossimo e la disponibilità a perdersi a favore dell'altro”.