“I cristiani in India sono cittadini di seconda classe”

Da tempo il quotidiano britannico “Daily Express” sta curando sulle proprie pagine una rubrica dal nome eloquente “Christianity crackdown” in cui vengono documentati gli innumerevoli casi di persecuzioni in giro per il mondo ai danni dei seguaci di Cristo.

Il trend

Un nuovo contributo dell'inchiesta portata avanti dal giornale inglese si deve al giornalista Gerrard Kaonga che ha intervistato Matthew Rees, responsabile delle politiche di advocacy di Open Doors, l'organizzazione impegnata nel sostegno dei cristiani perseguitati in tutto il pianeta. Nel corso dell'intervista, l'uomo ha elencato una serie di numeri preoccupanti ed ha lanciato un allarme riguardo la situazione vissuta dalle persone di fede cristiana in India.

L'allarme

L'esperto ha sottolineato come il Paese asiatico sia al decimo posto nella triste classifica dei luoghi in cui la vita è più difficile per chi segue il Vangelo. “Soprattutto in alcuni Stati come Odisha e Pradesh e in posti simili – ha osservato – possiamo sicuramente come vedere negli ultimi cinque anni ci sia stata una vera escalation”. Si è diffusa nel Paese, secondo Rees, l'idea che l'identità indiana coincida con quella induista. Questa tendenza sarebbe riscontrabile anche nell'atteggiamento di molte personalità pubbliche, specialmente politiche. “Oggi abbiamo un genere di situazione in cui molte persone vedono i cristiani e gli altri che non appartengono alla fede indù come una specie di cittadini di seconda classe“. 

Episodi

Nell'analisi di Open Doors sulla situazione in India, che si può leggere sulla pagina web dell'organizzazione, vengono riportati alcuni recenti episodi di violenza subiti da cristiani. Molto spesso sono gruppi radicali di indù a rendersi responsabili di queste prevaricazioni.