“Guardiamo Cristo con gli occhi del buon ladrone”

Migliaia di persone (circa 20.000 secondo la Gendarmeria vaticana), nonostante i rigidi controlli di sicurezza per il timore di possibili attentati, hanno partecipato alla Via Crucis al Colosseo, presieduta da Papa Francesco e trasmessa in mondovisione. Il S. Padre è arrivato intorno alle 21.10 accolto dal sindaco di Roma Virginia Raggi, con cui si è intrattenuto qualche minuto a parlare. Nell'anno del Sinodo dei vescovi dedicato ai giovani, i testi delle meditazioni e delle preghiere proposte per le stazioni della Via Crucis sono stati preparati da un gruppo di 15 ragazzi, in gran parte studenti del liceo classico romano “Albertelli”, di età compresa tra 16 e 27 anni, coordinato dal professor Andrea Monda. Tutti hanno portato la croce in alcune stazioni, compresa la famiglia del professore (alla XII): alla II Maria Tagliaferri e Margherita Di Marco, alla III Caterina Benincasa e Agnese Brunetti; alla V Chiara Mancini e Cecilia Nardini, alla VI Francesco Porceddu e Sofia Russo; all'VIII Chiara Bartolucci e Greta Giglio, alla IX Valerio De Felice e Greta Sandri; all'XI Flavia De Angelis e Marta Croppo. Alla prima e all'ultima stazione, come di consueto, la croce è stata portata dal vicario del Papa per la diocesi di Roma, l'arcivescovo Angelo De Donatis, quest'anno alla prima esperienza dopo la nomina a successore del cardinale Vallini. Significative anche le altre persone che hanno tenuto la croce lungo il percorso che ricorda la salita di Gesù al Calvario. Alla IV una rappresentanza dell'Unitalsi: il barelliere AnielloTufano, le sorelle Maria Laudicino e Francesca Ardovini e la disabile Alicia Perinelli. Alla VII è toccato alla famiglia siriana di Riad Sargi e Rouba Farah con i tre figli; e ancora a due suore irachene, Sr. Alkhayat Leya e Sr. Hikma E. Hanna, domenicane di S. Caterina da Siena, con padre José Narlaly dei Trinitari alla X, a rappresentare la “via dolorosa” dei cristiani in Medio Oriente. Infine, alla XIII stazione la croce è stata nelle mani di fr. Antonio D’Aniello e fr. Elivano Luiz da Silva della Custodia di Terra Santa.

Al termine della Via Crucis il Santo Padre ha recitato la preghiera conclusiva:

“Signore Gesù, il nostro sguardo è rivolto a te, pieno di vergogna, di pentimento e di speranza.

Dinanzi al tuo supremo amore ci pervada la vergogna per averti lasciato solo a soffrire per i nostri peccati: la vergogna per essere scappati dinanzi alla prova pur avendoti detto migliaia di volte: 'anche se tutti ti lasciano, io non ti lascerò mai'; la vergogna di aver scelto Barabba e non te, il potere e non te, l’apparenza e non te, il dio denaro e non te, la mondanità e non l’eternità; la vergogna per averti tentato con la bocca e con il cuore, ogni volta che ci siamo trovati davanti a una prova, dicendoti: 'se tu sei il messia, salvati e noi crederemo!'; la vergogna perché tante persone, e perfino alcuni tuoi ministri, si sono lasciati ingannare dall’ambizione e dalla vana gloria perdendo la loro degnità e il loro primo amore; la vergogna perché le nostre generazioni stanno lasciando ai giovani un mondo fratturato dalle divisioni e dalle guerre; un mondo divorato dall’egoismo ove i giovani, i piccoli, i malati, gli anziani sono emarginati; Gesù, la vergogna di aver perso la vergogna; Signore Gesù, dacci sempre la grazia della santa vergogna!

Il nostro sguardo è pieno anche di un pentimento che dinanzi al tuo silenzio eloquente supplica la tua misericordia: il pentimento che germoglia dalla certezza che solo tu puoi salvarci dal male, solo tu puoi guarirci dalla nostra lebbra di odio, di egoismo, di superbia, di avidità, di vendetta, di cupidigia, di idolatria, solo tu puoi riabbracciarci ridonandoci la dignità filiale e gioire per il nostro rientro a casa, alla vita; il pentimento che sboccia dal sentire la nostra piccolezza, il nostro nulla, la nostra vanità e che si lascia accarezzare dal tuo invito soave e potente alla conversione; il pentimento di Davide che dall’abisso della sua miseria ritrova in te la sua unica forza; il pentimento che nasce dalla nostra vergogna, che nasce dalla certezza che il nostro cuore resterà sempre inquieto finché non trovi te e in te la sua unica fonte di pienezza e di quiete; il pentimento di Pietro che incontrando il tuo sguardo pianse amaramente per averti negato dinanzi agli uomini. Signore Gesù, dacci sempre la grazia del santo pentimento!

Dinanzi alla tua suprema maestà si accende, nella tenebrosità della nostra disperazione, la scintilla della speranza perché sappiamo che la tua unica misura di amarci è quella di amarci senza misura; la speranza perché il tuo messaggio continua a ispirare, ancora oggi, tante persone e popoli a che solo il bene può sconfiggere il male e la cattiveria, solo il perdono può abbattere il rancore e la vendetta, solo l’abbraccio fraterno può disperdere l’ostilità e la paura dell’altro; la speranza perché il tuo sacrificio continua, ancora oggi, a emanare il profumo dell’amore divino che accarezza i cuori di tanti giovani che continuano a consacrarti le loro vite divenendo esempi vivi di carità e di gratuità in questo nostro mondo divorato dalla logica del profitto e del facile guadagno; la speranza perché tanti missionari e missionarie continuano, ancora oggi, a sfidare l’addormentata coscienza dell’umanità rischiando la vita per servire te nei poveri, negli scartati, negli immigrati, negli invisibili, negli sfruttati, negli affamati e nei carcerati; la speranza perché la tua Chiesa, santa e fatta da peccatori, continua, ancora oggi, nonostante tutti i tentativi di screditarla, a essere una luce che illumina, incoraggia, solleva e testimonia il tuo amore illimitato per l’umanità, un modello di altruismo, un’arca di salvezza e una fonte di certezza e di verità; la speranza perché dalla tua croce, frutto dell’avidità e codardia di tanti dottori della Legge e ipocriti, è scaturita la Risurrezione trasformando le tenebre della tomba nel fulgore dell’alba della Domenica senza tramonto, insegnandoci che il tuo amore è la nostra speranza. Signore Gesù, dacci sempre la grazia della santa speranza!

Aiutaci, Figlio dell’uomo, a spogliarci dall’arroganza del ladrone posto alla tua sinistra e dei miopi e dei corrotti, che hanno visto in te un’opportunità da sfruttare, un condannato da criticare, uno sconfitto da deridere, un’altra occasione per addossare sugli altri, e perfino su Dio, le proprie colpe. Ti chiediamo invece, Figlio di Dio, di immedesimarci col buon ladrone che ti ha guardato con occhi pieni di vergogna, di pentimento e di speranza; che, con gli occhi della fede, ha visto nella tua apparente sconfitta la divina vittoria e così si è inginocchiato dinanzi alla tua misericordia e con onestà ha derubato il paradiso! Amen!”