Gli Agostiniani e Lutero: confronto sulla Riforma

Il 31 ottobre 1517 è considerata dagli storici la data d’inizio della Riforma protestante, con la pubblicazione da parte di Martin Lutero delle 95 tesi sulle indulgenze, che – secondo la tradizione – furono appese alle porte della cattedrale di  Wittenberg. Non c’è dubbio che quel gesto originò una vera crisi religiosa, causa della più grave frattura nella cristianità occidentale e alla base del processo di secolarizzazione e della nascita di una nuova Europa. In occasione dei 500 anni della Riforma, l'Ordine agostiniano, di cui faceva parte Lutero, ha organizzato un convegno internazionale di studi che si svolgerà da oggi a sabato a Roma, presso l’Istituto Patristico “Augustinianum”, in via Paolo VI. “L’Ordine di sant’Agostino, al quale apparteneva Lutero, non ha motivo di celebrare questa data, ma certamente di commemorarla”, afferma il Priore Generale degli Agostiniani, Padre Alejandro Moral Antón, contenute in una lettera inviata a tutti i frati dell’Ordine di Sant’Agostino per presentare il convegno che si intitola “Lutero e la Riforma: Sant’Agostino e l’Ordine Agostiniano”, e si propone, senza spirito di contestazione, di mettere in evidenza “gli aspetti positivi della Riforma: la rivalutazione del singolo, una maggiore fiducia in Dio, la centralità della Scrittura, l’avvicinamento della liturgia al popolo, lo sviluppo del senso comunitario, la sana laicità, la necessità di una riforma intesa come ritorno all’essenziale”.

I temi del convegno

Resta il fatto che se le premesse del pensiero di Lutero, che voleva un rinnovamento morale e spirituale della Chiesa, potevano essere positive, gli effetti furono laceranti: anche a motivo di implicazioni socio-politiche del suo pensiero, Lutero abbandonò l’Ordine di sant’Agostino, sconfessando la sua stessa consacrazione religiosa, e presentandosi come un appassionato difensore del quadro sociale e politico dei principi tedeschi. Del quadro storico, delle motivazioni e delle conseguenze discuteranno studiosi e docenti della materia, storici, teologi e pastori, provenienti da diversi Paesi dell’Europa e dall’America. Quattro i temi chiave della dottrina cattolica e delle chiese della Riforma che saranno presi in considerazione: la dimensione agostiniana del riformatore Lutero; la dottrina della giustificazione; il mistero della Chiesa; la vita cristiana.

Il confronto

Oggi pomeriggio i lavori saranno aperti dal cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani. La sua presenza attesta l’impegno a perseguire vie di dialogo e di unità tra i cattolici e i protestanti, sulla scia degli effetti positivi che si sono riscontrati in occasione del viaggio di papa Francesco a Lund in Svezia, lo scorso 31 ottobre 2016. La ricerca di un confronto emergerà nel Convegno anche da due tavole rotonde, alle quali prenderanno parte esponenti della Chiesa cattolica e delle chiese della Riforma, sui temi fondamentali della grazia e della ecclesiologia, che se furono i punti di rottura, ora rappresentano i punti di maggiore prossimità ed avvicinamento tra le due parti. Alla prima, in programma domani alle 11.30, sull'accordo tra luterani e cattolici sulla giustificazione, parteciperanno il pastore della Chiesa luterana Jens-Martin Kruse e il vescovo di Albano mons. Marcello Semeraro, segretario del consiglio dei cardinali. La seconda, sempre domani alle 17, sull'ecclesiologia, vedrà protagonisti l'agostiniano Gonzalo Tejerina Aria, il gesuita Philipp G. Renczes e il teologo valdese Paolo Ricca.

Il rapporto con gli Agostiniani

Durante la quarta sezione del Convegno, dedicata sabato alla vita di fede cristiana, saranno presentati i risvolti positivi, nell’ambito della Riforma, della vita consacrata. Sarà una donna consacrata, membro della chiesa evangelica ed impegnata nel dialogo ecumenico, Sr. Anna Maria aus der Wiesche, a descrivere gli sviluppi attuali nelle Chiese protestanti della vita consacrata, proprio di quella realtà che Lutero aveva sconfessato rigettando l’abito agostiniano. “La figura di Lutero – si legge in una nota di presentazione del convegno – non è di facile interpretazione, ma è senza dubbio affascinante. È piena di contrasti che rendono difficile l’obiettività e l’equanimità di giudizio, ma offre tratti enormemente innovativi ed è, senza dubbio, molto attuale. Nonostante i cinque secoli passati, continua a suscitare reazioni estreme, di accoglienza o di contrasto. Il convegno vuole gettare nuova luce sui rapporti tra Lutero e gli Agostiniani: Nonostante Lutero abbia volutamente abbandonato l’Ordine, l’Ordine agostiniano non si è mai dimenticato di Lutero, che ne era parte a pieno titolo come religioso”.