Essere Cristiani a Gerusalemme

Cristiani a Gerusalemme. Conoscere e visitare la Terra di Gesù” è il titolo della conferenza che l’Associazione familiare “Laurento” ha organizzato a Roma sabato 26 ottobre, alle ore 16.30. L’incontro vedrà l'avv. Alfonso Alegiani, presidente della Fondazione Saxum, con sede ad Abu Ghosh (Gerusalemme), testimoniare aspetti e prospettive dell’esperienza cristiana in Terra Santa. Abbiamo rivolto ad Alfonso Alegiani alcune domande sui motivi storici e religiosi per i quali, ancora oggi, è necessario che i cristiani vivano e si sentano pienamente compartecipi della vicenda della Città Santa.

Come mai questo titolo all’incontro che avete organizzato a Roma: “Cristiani a Gerusalemme”
Gerusalemme è la Città Santa che, oggi, conta quasi 900mila abitanti, di cui il 60% di ebrei e circa il 40% di arabi. I cristiani rimasti sono solo 15mila e in tutto 170mila in tutto Israele, pari al 2% dell’intera popolazione. Pensiamo che settant'anni fa i cristiani erano uno ogni 10 abitanti! Le cause? Oltre all'esodo massiccio indotto anche gli indici di natalità molto inferiori a quelli dei musulmani e degli ebrei una serie di motivazioni che non è qui il caso di soffermarsi ma che, senza dubbio, costituiscono un problema per tutti noi. E con questo rispondo alla sua domanda…”

Per comprendere l'assoluta attualità del tema prescelto possiamo pensare ad esempio al rapporto degli ultimi Pontefici con la Terra Santa?
Direi di sì, e tutto inizia da un certo punto di vista quando il beato Pio IX costituì nel 1847 il Patriarcato Latino di Gerusalemme come lo conosciamo oggi e ordinò di finanziarne la sede residenziale. L’attuale amministratore apostolico di Gerusalemme è stato nominato da Papa Francesco nel 2016, ed è mons. Pierbattista Pizzaballa, un biblista appartenente all’Ordine dei Frati minori francescani. La storia della Chiesa testimonia e documenta che quasi ogni Successore di Pietro ha avuto a cuore la Terra Santa, i suoi popoli, le sue reliquie e le notevoli difficoltà che, lungo duemila anni di storia, i cristiani di lì hanno dovuto affrontare. I Pontefici che però si sono potuti recare in pellegrinaggio in Terra Santa sono stati solo 4 e Papa Francesco è stato l’ultimo fra questi. Ci sono stati naturalmente molti Papi che hanno espresso il desiderio di visitare la Terra Santa ma che non ci sono riusciti per vari motivi. È un fatto direi significativo che i pellegrinaggi dei Papi in oltre duemila anni di storia del cristianesimo si sono realizzati di fatto solo nell’ultimo mezzo secolo, per la precisione tra il 1964 e il 2014. Paolo VI è stato il primo Papa, nel 1964 in pieno Concilio Vaticano II, a farsi pellegrino a Gerusalemme. San Giovanni Paolo II ebbe la gioia di compiere il pellegrinaggio in Terra Santa nel cuore del Grande Giubileo dal 20 al 26 marzo del 2000. Nella Terra di Gesù, Karol Wojtyla c'era già stato, quasi quaranta anni prima da vescovo. Benedetto XVI si è recato in Terra Santa dall’8 al 15 maggio 2009 ed ha visitato Amman, Monte Nebo, Madaba, Tel Aviv, Gerusalemme, Betlemme e Nazareth. Non è stato il primo viaggio nella “patria di Gesù” per Joseph Ratzinger, che vi era andato infatti nel 1964, quando era ancora sacerdote, e nel 1992, da cardinale, per festeggiare il suo 65º compleanno.

Veniamo quindi al “pellegrinaggio di preghiera” a Gerusalemme di Papa Francesco, significativamente compiuto all’inizio del suo Pontificato…
“Vero, Papa Francesco si è recato in Terra Santa dal 24 al 26 maggio del 2014, in occasione del 50° anniversario dello storico incontro avvenuto a Gerusalemme tra Papa Paolo VI e il Patriarca Atenagora. Jorge Mario Bergoglio, da Provinciale dei gesuiti in Argentina, nel 1973 era partito da Roma per visitare la Città Santa avendo in animo di restarvi non poco. A causa dello scoppio improvviso della guerra arabo-israeliana del Kippur (6-25 ottobre 1973), però, fu costretto a visitare solo pochi siti e rimase bloccato ben quattro giorni presso l'American Colony Hotel di Gerusalemme. Vorrei leggere solo un passaggio della Meditazione che Papa Francesco ha tenuto alla fine del suo pellegrinaggio nella Chiesa del Getsemani accanto all'Orto degli Ulivi: 'Voi, cari fratelli e sorelle, siete chiamati a seguire il Signore con gioia in questa Terra benedetta! È un dono e anche è una responsabilità. La vostra presenza qui è molto importante; tutta la Chiesa vi è grata e vi sostiene con la preghiera. Da questo luogo santo, desidero inoltre rivolgere un affettuoso saluto a tutti i cristiani di Gerusalemme: vorrei assicurare che li ricordo con affetto e che prego per loro, ben conoscendo la difficoltà della loro vita nella città. Li esorto ad essere testimoni coraggiosi della passione del Signore, ma anche della sua Risurrezione, con gioia e nella speranzaì. Sinceramente è anche accogliendo queste parole, significativamente pronunciate dal Santo Padre a Gerusalemme il 26 maggio 2014, che ci sforziamo di operare con la Fondazione e gli Amici di Saxum”.

Siccome si tratta in entrambi i casi di iniziative promosse da membri dell’Opus Dei, cosa pensava della Terra Santa il Fondatore dell’Opera, San Josemaría Escrivá?
“San Josemaría avrebbe voluto andare in pellegrinaggio in Terra Santa e accarezzò il sogno di avviare anche lì iniziative apostoliche a beneficio della Chiesa. Tuttavia le circostanze non gli permisero di vedere realizzati tali desideri. Il suo primo successore, il beato Álvaro del Portillo, diede compimento a quell’antica aspirazione e percorse i Luoghi Santi dal 14 al 22 marzo del 1994. All’alba del 23, appena poche ore dopo essere tornato a Roma, Dio però lo chiamò a sé”.

Arriviamo dunque alla Fondazione e agli Amici di Saxum, quale servizio offrono ai Cristiani che vivono o si recano a Gerusalemme?
“Il 'Progetto Saxum' è quello di diffondere una cultura di pace, di dialogo e di integrazione nei luoghi più antichi della Cristianità attraverso la realizzazione di un centro residenziale e di un’area multimediale di altissima specializzazione tecnologica, ad Abu Ghosh, poco distante da Gerusalemme (aperta al pubblico dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 17). Gestiti entrambi dalla Fondazione Saxum, organizzazione non profit che opera parallelamente all’associazione Amici di Saxum. Il nome 'Saxum', dal latino 'sasso', si riferisce al soprannome che San Josemaría diede al suo principale collaboratore, poi diventato prelato dell’Opera, il beato Alvaro del Portillo, per via della sua fedeltà e della sua forza d’animo. Le attività della Fondazione Saxum consistono nel promuovere pellegrinaggi in Terra Santa con spirito di orazione e di penitenza per aiutare i pellegrini affinché la loro permanenza sia fonte di rinnovamento interiore, organizzare soggiorni in Terra Santa per studi, ricerche, anche in collaborazione con altre Associazioni e istituzioni con finalità analoghe. Il 'tour multimediale' fornisce al pellegrino la prospettiva storica, geografica e biblica per comprendere gli eventi più significativi della storia della salvezza. Tra le varie tappe del percorso in cui è suddiviso il Visitor Center, si segnalano la 'stone map' che segue i passi di Abramo e Mosè su una mappa di pietra scolpita sul pavimento del cortile, la 'timeline', che traccia gli eventi della storia della Terra Santa su una linea del tempo posta sulle pareti e, infine, la '1st Century hall', che guida il visitatore nel cogliere la complessità della vita quotidiana vissuta nella Giudea romana del I secolo d.C. L'esperienza multisensoriale prosegue nella sala 'cube' dove avvengono proiezioni a 360° di contenuti audiovisivi; tutto il percorso è accompagnato da touchscreen che permettono ai pellegrini di navigare virtualmente attraverso la storia e l’evoluzione dei luoghi santi della regione, ripercorrendo contemporaneamente gli eventi chiave della vita di Gesù”.