“E' triste vedere tanti telefoni in chiesa: la Messa non è uno show”

La Messa non è uno spettacolo. A me da tanto fastidio quando celebro in basilica o in piazza e vedo tanti telefonini alzati. Ma non solo fedeli, anche preti, vescovi. La liturgia dice: 'In alto i nostri i cuori', e non 'In alto i cellulari'”. Papa Francesco inizia un nuovo ciclo di catechesi dedicato al tema della Messa, “un grande mistero di fede nel quale risplende l'amore di Dio”. In una piazza San Pietro gremita da migliaia di pellegrini provenienti da ogni parte del mondo, ribadisce l'importanza della liturgia eucaristica, quanto sia importante per un credente non distrarsi mentre il sacerdote consacra il pane e il vino. Poi a braccio scherza: “Molti mi dicono: 'Ma padre, la Messa è noiosa'. Io rispondo: 'Il Signore è noioso?'. E loro: 'No, i preti'. Allora si convertano i preti. Se qui in piazza venisse un personaggio importante tutti gli saremmo addosso. Perchè non diamo quest'importanza anche al Signore?”. 

Perseguitati per l'Eucarestia

Papa Francesco definisce la Messa il “cuore” della Chiesa. Comprenderne il significato, afferma, è fondamentale per “vivere sempre più pienamente il nostro rapporto con Dio”. Il pensiero del Pontefice va ai tanti cristiani che in due millenni di storia “hanno resistito fino alla morte per difendere l’Eucaristia”. E ai tanti che “ancora oggi, rischiano la vita per partecipare alla Messa domenicale”. Ricorda poi le persecuzioni dell'imperatore Diocleziano, citando un'episodio che vide come protagonisti un gruppo di fedeli nord africani sorpresi a celebrare la Messa in una casa. “Vennero arrestati. Il proconsole romano, nell’interrogatorio, chiese loro perché l’avessero fatto, sapendo che era assolutamente vietato. Ed essi risposero: 'Senza la domenica non possiamo vivere', che voleva dire: se non possiamo celebrare l’Eucaristia, non possiamo vivere, la nostra vita cristiana morirebbe”. Ed è quello che Gesù ha detto ai suoi discepoli (cfr. Gv 6,53-54). “Quei cristiani furono uccisi – prosegue Bergoglio -. Hanno lasciato la testimonianza che si può rinunciare alla vita terrena per l’Eucaristia, perché essa ci dà la vita eterna”. 

Il rinnovamento della liturgia

Ricorda poi quanto il Concilio Vaticano II sia “stato fortemente animato dal desiderio di condurre i cristiani a comprendere la grandezza della fede e la bellezza dell’incontro con Cristo”. Da qui l'invito ad attuare un “adeguato rinnovamento della Liturgia, perché la Chiesa continuamente vive di essa e si rinnova grazie ad essa”. “Un tema centrale che i Padri conciliari hanno sottolineato – spiega – è la formazione liturgica dei fedeli, indispensabile per un vero rinnovamento. Ed è proprio questo anche lo scopo di questo ciclo di catechesi che oggi iniziamo: crescere nella conoscenza del grande dono che Dio ci ha fatto nell’Eucaristia”.

Il chiacchiericcio che distrae

L’Eucaristia, sottolinea il Pontefice, “è un avvenimento meraviglioso”, “è vivere un’altra volta la passione e la morte del Signore. È una teofania”, ovvero Dio si manifesta nel pane e nel vino, “si fa presente sull’altare”. Poi, a braccio, evidenzia un atteggiamento che accomuna molti cristiani: Tante volte noi andiamo lì, guardiamo le cose, chiacchieriamo fra noi mentre il sacerdote celebra l’Eucaristia… e noi non celebriamo vicino a Lui. Ma è il Signore! Se oggi venisse qui il Presidente della Repubblica o qualche persona molto importante del mondo, è sicuro che tutti saremmo vicino a lui, che vorremmo salutarlo. Ma pensa: quando tu vai a Messa, lì c’è il Signore! E tu sei distratto. È il Signore! 'Padre, è che le messe sono noiose'. 'Ma cosa dici, il Signore è noioso?'. 'No, no, la Messa no, i preti. 'Ah, che si convertano i preti allora, ma lì c'è il Signore! Capito?”.

Il segno di croce

Pone poi delle domande sui simboli che caratterizzano la liturgia: “Perché si fa il segno della croce e l’atto penitenziale all’inizio della Messa?”. E, ancora a braccio, aggiunge: “Voi avete visto come i bambini si fanno il segno della croce? Tu non sai cosa fanno, se è il segno della croce o un disegno. Fanno così (fa un gesto confuso, ndr.). Bisogna insegnare ai bambini a fare bene il segno della croce. Così incomincia la Messa, così incomincia la vita, così incomincia la giornata. Questo vuol dire che noi siamo redenti con la croce del Signore. Guardate i bambini e insegnate loro a fare bene il segno della croce”. 

“Basta telefoni a Messa”

Poi continua a domandare: “Perché si leggono la domenica tre Letture e gli altri giorni due? Perché stanno lì, cosa significa la Lettura della Messa? Perché si leggono e che c’entrano? Oppure, perché a un certo punto il sacerdote che presiede la celebrazione dice: 'In alto i nostri cuori?'”.  “Non dice: 'In alto i nostri telefonini per fare la fotografia!' – ammonisce -. No, è una cosa brutta! E vi dico che a me dà tanta tristezza quando celebro qui in piazza, o in basilica, e vedo tanti telefonini alzati, non solo dei fedeli, anche di alcuni preti e vescovi. Ma per favore! Ma basta! La Messa non è uno spettacolo: è andare ad incontrare la passione e la risurrezione del Signore. Per questo il sacerdote dice: 'In alto i nostri cuori'. Ricordatevi: niente telefonini”.

L'essenziale

“È molto importante tornare alle fondamenta, riscoprire ciò che è l’essenziale – è l'appello finale del Papa -, attraverso quello che si tocca e si vede nella celebrazione dei Sacramenti”. La domanda di San Tommaso di poter vedere e toccare le ferite dei chiodi nel corpo di Gesù, “è il desiderio di poter in qualche modo 'toccare' Dio per credergli. Ciò che l'apostolo chiede al Signore – conclude – è quello di cui noi tutti abbiamo bisogno: vederlo, toccarlo per poterlo riconoscere”. Ecco perché esistono i Sacramenti, “vengono incontro a questa esigenza umana”, “sono i segni dell’amore di Dio, le vie privilegiate per incontrarci con Lui”.