Colombia, il leader delle Farc chiede perdono “per ogni lacrima o dolore causati”

E’ forse la giornata più attesa della visita apostolica di Papa Francesco in Colombia. La giornata dedicata ad incontrare vittime e carnefici di una guerra civile durata oltre mezzo secolo che ha causato 240.000 morti, migliaia di feriti, violenze indicibili da una parte e dall’altra.

La svolta delle Farc

Dopo la Messa celebrata nel Terreno di Catama con la beatificazione del vescovo di Arauca, Jesús Emilio Jaramillo Monsalve, e del sacerdote Pedro María Ramírez Ramos, nel pomeriggio colombiano (le 22.40 in Italia) al Parque Las Malocas è in programma il grande incontro di preghiera per la riconciliazione nazionale con la successiva sosta presso la Croce della riconciliazione nel Parque de los Fundadores prima del ritorno del Papa a Bogotà. E proprio oggi si registra un importante gesto distensivo da parte di Rodrigo Londoño, il capo delle Farc più noto con il nome di battaglia di Timochenko. L’ormai ex guerrigliero ha scritto una lettera aperta al Pontefice in cui chiede perdono “per ogni lacrima o dolore abbiamo provocato al popolo colombiano”. Timochenko afferma di aver seguito con grande attenzione “i suoi passi e le sue prediche da quando è giunto nel mio Paese” e spiega la svolta delle Farc: “Dirigo un’organizzazione che ha abbandonato le armi e si sta reinserendo nella società dopo oltre mezzo secolo di guerra. Abbiamo messo da parte ogni manifestazione di odio e di violenza, ci spinge il proposito di perdonare quelli che sono stati i nostri nemici e tanto danno hanno fatto al nostro popolo, compiamo l’atto di contrizione indispensabile per riconoscere i nostri errori e chiedere perdono a tutti gli uomini e le donne che in qualche modo sono state vittime della nostra azione”. Una ammissione di responsabilità che potrebbe portare a sviluppi positivi nel processo di riconciliazione della Colombia, una fase indispensabile perché si possa davvero parlare di pace.

Cambiare è possibile

Londoño si rivolge al Pontefice “nella mia duplice condizione di cittadino colombiano da poco incorporato nella vita istituzionale del paese, e leader del nuovo partito politico appena nato nella stessa piazza (plaza de Bolivar, ndr) in cui Lei ha indirizzato le sue sagge parole ai giovani della Colombia”. Il capo delle Farc ricorda l’accordo di pace firmato con il governo, gli ostacoli incontrati per metterlo in atto fino in fondo e si domanda se sia opportuno “chiederLe che, con il magnifico potere della sua orazione, possa alzare la sua voce e invitare a pregare tutto il popolo colombiano perché non sia frustrato l’enorme sforzo” che ha portato all’intesa. “Ho visto piangere di emozione uomini, donne e bambini che ammirano il suo sorriso, la sua bontà e la luce dei suoi occhi – conclude l’ex guerrigliero – Dio è con lei, non c’è dubbio. Preghiamo perché d’ora in poi sia sempre con la Colombia. Perché il suo amore riporti la pace, la riconciliazione e la giustizia che tanto anelano i figli e le figlie di questa patria. Dal suo primo passo nel mio Paese ho sentito che finalmente qualcosa può cambiare“.