“Camminare secondo lo Spirito è rigettare la mondanità”

Il cammino secondo lo Spirito, senza il timore di lavorare a un'Impresa “in perdita”, con la prospettiva di raggiungere la meta dell'unità, superando gli interessi di parte nella logica evangelica della Pasqua. Papa Francesco ha pronunciato il suo discorso al Centro Ecumenico del World Council of Churches (WCC) al termine della preghiera ecumenica. Al suo arrivo il S. Padre è stato accolto dal rev.do Olav Fykse Tveit, segretario generale del WCC; dalla moderatrice Agnes Abuom e dai vicemoderatori metropolita Gennadios of Sassima e vescovo Mary Ann Swenson. Con loro il Papa si è recato nella Cappella del Centro insieme ai membri del Comitato Centrale del World Council of Churches, ad alcuni partner ecumenici e al seguito papale. Dopo la processione iniziale c'è stata la preghiera ecumenica, quella di pentimento, quella per la riconciliazione e per l’unità, e la lettura, dalla lettera di Paolo ai Galati.

Da questo ha preso spunto la riflessione del Papa, ricordando le divisioni di quella comunità. “L'Apostolo – ha detto il Papa – per ben due volte nel giro di pochi versetti, invita a 'camminare secondo lo Spirito'. Camminare. L’uomo è un essere in cammino (…) metafora che rivela il senso della vita umana, di una vita che non basta a sé stessa, ma è sempre in cerca di qualcosa di ulteriore”. Camminare, ha aggiunto il Pontefice, “esige una conversione continua di sé. Per questo tanti vi rinunciano, preferendo la quiete domestica, dove curare comodamente i propri affari senza esporsi ai rischi del viaggio. Ma così ci si aggrappa a sicurezze effimere, che non danno quella pace e quella gioia cui il cuore aspira, e che si trovano solo uscendo da sé stessi. Dio ci chiama a questo, fin dagli inizi”. Perciò “se ogni uomo è un essere in cammino, e chiudendosi in sé stesso rinnega la sua vocazione, molto di più il cristiano. Perché, sottolinea Paolo, la vita cristiana porta con sé un’alternativa inconciliabile: da una parte camminare secondo lo Spirito, seguendo il tracciato inaugurato dal Battesimo; dall’altra 'soddisfare il desiderio della carne'”.

La prevaricazione egoista

Un pericolo che si traduce nella volontà di “realizzarsi inseguendo la via del possesso, la logica dell’egoismo, secondo cui l’uomo cerca di accaparrare qui e ora tutto ciò che gli va. Non si lascia accompagnare docilmente dove Dio indica, ma persegue la propria rotta. Abbiamo sotto gli occhi le conseguenze di questo tragico percorso: vorace di cose, l’uomo perde di vista i compagni di viaggio; allora sulle strade del mondo regna una grande indifferenza. Spinto dai propri istinti, diventa schiavo di un consumismo senza freni: allora la voce di Dio viene messa a tacere; allora gli altri, soprattutto se incapaci di camminare sulle loro gambe, come i piccoli e gli anziani, diventano scarti fastidiosi; allora il creato non ha più altro senso se non quello di soddisfare la produzione in funzione dei bisogni”.

Lavorare in perdita

Per Papa Francesco “camminare secondo lo Spirito è rigettare la mondanità. E' scegliere la logica del servizio e progredire nel perdono. E' calarsi nella storia col passo di Dio: non col passo rimbombante della prevaricazione, ma con quello cadenzato da 'un solo precetto: Amerai il prossimo tuo come te stesso'”. Una strada che “passa per una continua conversione, per il rinnovamento della nostra mentalità perché si adegui a quella dello Spirito Santo. Nel corso della storia, le divisioni tra cristiani sono spesso avvenute perché alla radice, nella vita delle comunità, si è infiltrata una mentalità mondana: prima si alimentavano gli interessi propri, poi quelli di Gesù Cristo. In queste situazioni il nemico di Dio e dell’uomo ha avuto gioco facile nel separarci, perché la direzione che inseguivamo era quella della carne, non quella dello Spirito. Persino alcuni tentativi del passato di porre fine a tali divisioni sono miseramente falliti, perché ispirati principalmente a logiche mondane. Ma il movimento ecumenico, al quale il Consiglio Ecumenico delle Chiese ha tanto contribuito, è sorto per grazia dello Spirito Santo. L’ecumenismo ci ha messi in moto secondo la volontà di Gesù e potrà progredire se, camminando sotto la guida dello Spirito, rifiuterà ogni ripiegamento autoreferenziale. Ma – si potrebbe obiettare – camminare in questo modo è lavorare in perdita, perché non si tutelano a dovere gli interessi delle proprie comunità, spesso saldamente legati ad appartenenze etniche o a orientamenti consolidati, siano essi maggiormente “conservatori” o “progressisti”. Sì, scegliere di essere di Gesù prima che di Apollo o di Cefa, di Cristo prima che “Giudei o Greci”, del Signore prima che di destra o di sinistra, scegliere in nome del Vangelo il fratello anziché sé stessi significa spesso, agli occhi del mondo, lavorare in perdita. Non abbiamo paura di lavorare in perdita – ha aggiunto a braccio – L’ecumenismo è 'una grande impresa in perdita'. Ma si tratta di perdita evangelica, secondo la via tracciata da Gesù”.

Pregare, evangelizzare e servire insieme

“E' la logica della Pasqua – ha aggiunto il Papa – l’unica che dà frutto. Guardando al nostro cammino, possiamo rispecchiarci in alcune situazioni delle comunità della Galazia di allora: quant’è difficile sopire le animosità e coltivare la comunione, quant’è ostico uscire da contrasti e rifiuti reciproci alimentati per secoli! Ancora più arduo è resistere alla tentazione subdola: stare insieme agli altri, camminare insieme, ma con l’intento di soddisfare qualche interesse di parte. Questa non è la logica dell’Apostolo, è quella di Giuda, che camminava insieme a Gesù ma per i suoi affari. La risposta ai nostri passi vacillanti è sempre la stessa: camminare secondo lo Spirito, purificando il cuore dal male, scegliendo con santa ostinazione la via del Vangelo e rifiutando le scorciatoie del mondo. Dopo tanti anni di impegno ecumenico, in questo settantesimo anniversario del Consiglio, chiediamo allo Spirito di rinvigorire il nostro passo. Troppo facilmente esso si arresta davanti alle divergenze che persistono; troppo spesso si blocca in partenza, logorato di pessimismo. Le distanze non siano scuse, è possibile già ora camminare secondo lo Spirito: pregare, evangelizzare, servire insieme, questo è possibile da oggi e gradito a Dio! Camminare insieme, pregare insieme, lavorare insieme: ecco la nostra strada maestra di oggi. Questa strada ha una meta precisa: l’unità. La strada contraria, quella della divisione, porta a guerre e distruzioni. Il Signore ci chiede di imboccare continuamente la via della comunione, che conduce alla pace. Il Signore ci chiede unità; il mondo, dilaniato da troppe divisioni che colpiscono soprattutto i più deboli, invoca unità“.

Pellegrino di pace e unità

Ho desiderato venire qui, pellegrino in cerca di unità e di pace – ha concluso il Papa – Ringrazio Dio perché qui ho trovato voi, fratelli e sorelle già in cammino. Camminare insieme per noi cristiani non è una strategia per far maggiormente valere il nostro peso, ma un atto di obbedienza nei riguardi del Signore e di amore nei confronti del mondo. Chiediamo al Padre di camminare insieme con più vigore nelle vie dello Spirito”.