Allarme del Papa: “La fede non incide più in politica”

Disprezzo della dignità umana, idolatria del denaro, violenza, scientismo, inquinamento. E poi ancora secolarizzazione che si traduce in società un tempo figlie della Chiesa, oggi sempre meno permeate dal cristianesimo. A snocciolare questa serie di problematiche della società contemporanea è stato Papa Francesco stamattina, incontrando una delegazione del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, giunta come di tradizione a Roma per la solennità dei Santi apostoli Pietro e Paolo.

“In tante società che tradizionalmente si dicevano cristiane, accanto ad esempi luminosi di fedeltà al Signore Gesù Cristo, si assiste a un progressivo offuscamento della fede cristiana, che non incide più nelle scelte dei singoli e nelle decisioni pubbliche”, ha sottolineato il Vescovo di Roma. Che ha quindi proseguito: “Il disprezzo della dignità della persona umana, l'idolatria del denaro, la diffusione della violenza, l'assolutizzazione della scienza e della tecnica, lo sfruttamento sconsiderato delle risorse naturali sono soltanto alcuni dei gravi segni di una tragica realtà, alla quale non possiamo rassegnarci”. Papa Bergoglio ha dunque detto di condividere “pienamente” quanto affermato recentemente dal patriarca Bartolomeo: “Respingiamo la cinica frase 'Non c'è alternativa'. È inaccettabile che le forme alternative di sviluppo e la forza della solidarietà sociale e della giustizia siano ignorate e calunniate“.

In questo senso assume preminente importanza l'impegno ecumenico. “È per me consolante – ha sottolineato Francesco – constatare che questa convergenza di visioni con il mio amato fratello Bartolomeo si traduce in un concreto lavoro comune. Anche nel corso di questi ultimi mesi il Patriarcato ecumenico e la Chiesa cattolica hanno collaborato su iniziative concernenti temi di notevole importanza, quali la lotta contro le forme moderne di schiavitù, la difesa del creato, la ricerca della pace“. A tale proposito, il Papa si è detto “sentitamente grato a Sua Santità Bartolomeo di avere subito accettato il mio invito ad incontrarci il prossimo 7 luglio a Bari, insieme ai capi di Chiese e Comunità cristiane del Medio Oriente, per pregare e riflettere sulla tragica situazione che affligge tanti fratelli e sorelle di quella regione”. Il Pontefice ha quindi auspicato “che si moltiplichino le opportunità in cui noi cattolici e ortodossi, a tutti i livelli, possiamo lavorare insieme, pregare insieme, annunciare insieme l'unico Vangelo di Gesù Cristo che abbiamo ricevuto dalla predicazione apostolica, per sperimentare sempre di più in questo cammino comune l'unità che, per grazia di Dio, già ci unisce”.