A Lourdes arrivano sempre più giovani depressi e soli

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Alla vigilia della XXV Giornata del malato che sarà celebrata con grande solennità domani a Lourdes, l’Unitalsi ha anticipato alcuni dati del dossier che verrà presentato in occasione dell’iniziativa internazionale “Colloquio, il magnificat, cantico della speranza” da Federico Baiocco, responsabile nazionale medici dell’associazione. Numeri che dimostrano come stia cambiando il profilo del “pellegrino” che decide di recarsi nel santuario mariano ma anche nei maggiori santuari europei, italiani e in Terra Santa. L’anno scorso su 35.138 pellegrini che si sono affidati all’Unitalsi (Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali) per partecipare a un viaggio verso i luoghi sacri, e in particolare a Lourdes, ben 8382 erano malati con diverse patologie. La cosa che balza agli occhi è che sono sempre più i giovani tra i 13 e i 35 anni che partecipano ai pellegrinaggi. Lo scorso anno sono stati 3942. Tra loro 840 si sono dichiarati malati o disabili. Tra questi, una buona parte presenta problemi di depressione, sindromi fobiche, di dipendenze e soprattutto soffre di tanta solitudine.

Dal dossier emerge infatti che tra questi 840 giovani il 33,5% soffre di depressione, il 10% di psicosi, il 3% di schizofrenia, il 2,5% di disturbi generalizzati dello sviluppo, il 2% di sindromi fobiche, l’1,5% di disturbi del comportamento alimentare e lo 0,5% di dipendenza da droghe. Il resto è legato a patologie neurologiche, e nel 34% dei casi si tratta di ritardo mentale.

Dal focus dell’Unitalsi si evidenzia anche il fatto che negli 8382 malati sono state riscontrate 10.737 patologie. Le più diffuse sono quelle del sistema cardiovascolare (52,9%), del tessuto connettivo (36,2 %), neurologiche (38,4%), psichiatriche (27,5%). Ovviamente, in molti casi si presentano più patologie contemporaneamente. Il 74% sono donne e il 36% maschi, il 70% dei malati è deambulante, il 14% è in carrozzina, il 14 % usa le stampelle mentre il 2 % è in barella. I medici che si sono recati come volontari in pellegrinaggio nel 2016 sono stati 598.

“I dati del nostro dossier – dichiara il presidente dell’associazione Antonio Diella – ci dicono che i pellegrini prima delle cure mediche hanno bisogno di un solido sostegno umano e spirituale. Solitudine, depressione e dipendenze sono queste le nuove frontiere della sofferenza umana che spesso ritroviamo nei nostri pellegrinaggi. La presenza a Lourdes delle persone disabili e malate è una costante nella nostra storia, ma oggi l’Unitalsi è chiamata ad affrontare nuove sfide per essere uno “strumento” di consolazione non solo per malattie del corpo, ma soprattutto dell’anima. Questa è un’ulteriore grande responsabilità”.

“Il dato sui giovani – aggiunge Baiocco – è veramente importante perché ci indica il fatto che le nuove generazioni sono sempre più alla ricerca di punti di riferimento solidi e duraturi. Nel pellegrinaggio i ragazzi vedono una chance importante per fuggire dalla depressione, dalla solitudine ed anche dalla dipendenza dalle droghe. Non chiedono un miracolo, ma solo di potere fare un viaggio che è prima di tutto un percorso spirituale ed umano. Questo aspetto, legato anche a quello delle altre patologie riscontate tra i pellegrini che sono arrivati a Lourdes, ci ha portato con sempre maggiore attenzione a coniugare all’aspetto medico-sanitario quello spirituale ed umano. Un metodo vincente per promuovere una vera cultura della vita“.