YouTube limita la raccolta dei dati sui video dei bambini

YouTube immette regole per tutelare i bambini. You Tube è una piattaforma web, fondata il 14 febbraio 2005, che consente la condivisione e visualizzazione in rete di contenuti multimediali (detto “video sharing”). Sul sito è possibile vedere videoclip, trailer, cortometraggi, notizie, live streaming, slideshow e altri contenuti come video blog, brevi video originali, video didattici e altro ancora. Gli utenti possono anche votare, aggiungere ai preferiti, segnalare e commentare i video. Nell'ottobre 2006 è stata acquistata dall'azienda statunitense Google per circa 1,65 miliardi di dollari e, secondo Alexa, è il secondo sito web più visitato al mondo, dopo il motore di ricerca di Mountain View. La piataforma ha annunciato oggi che, in risposta alla richiesta delle autorità, limiterà la raccolta dei dati che prende sui video per bambini. Ai creatori di contenuti ha iniziato a richiedere di comunicare esplicitamente se i video sono destinati ai bambini o meno e a partire da gennaio quelli destinati ai bambini non avranno alcun commento, non presenteranno pop up che suggeriscono altri contenuti da vedere e non saranno accompagnati da pubblicità mirata. Lo riporta il Wall Street Journal, sottolineando che la scelta di Google, a cui fa capo YouTube, mostra le difficoltà nel trovare un equilibrio fra la privacy e un modello di business basato sulla pubblicità. 

Internet

Internet è una grande risorsa ma anche un potenziale e concreto pericolo per minori e bambini. Sono infatti ben 205 i portali e i siti pedopornografici scoperti e immediatamente segnalati da Meter onlus alla Polizia Postale italiana e ad alcuni responsabili amministratori dei server provider lo scorso agosto. “È evidente che non possiamo pubblicizzare tale materiale e non lo faremo nel rispetto delle leggi in vigore, ma – ha denunciato la onlus su Sir – è inquietante, assurdo, violento al limite della stessa violenza umana: oltre l’indicibile”. “Solo in alcuni e sparuti casi – dichiara Meter – c’è la collaborazione di alcuni server provider che rimuovono il contenuto e formalmente dichiarano di essere disponibili alla collaborazione con le Autorità del Paese dove è allocato il materiale pedopornografico”. “Ciò – concludeva la nota della onlus fondata e presieduta da don Fortunato Di Noto – conferma che a livello internazionale manca una vera e propria strategia chiara e trasparente di responsabilità e collaborazione nel contrastare il fenomeno che nel frattempo ha raggiunto livelli ben strutturati e criminali”.